Con un ordine del Giorno e la richiesta di un Consiglio straordinario, le opposizioni chiedono la revoca della nomina del nuovo collegio dei revisori dei conti
Sembra stia prendendo forma la rivincita dell’opposizione comunale di Maglie in merito alla polemica sull’ultima nomina dei componenti il Collegio dei Revisori di Conti. La minoranza accusava la scorsa settimana il Pdl comunale e il sindaco Antonio Fitto di aver violato il Decreto di Sviluppo n.138 del 13 agosto 2011, che prevede l’obbligo di ricorrere al sorteggio per la scelta dei componenti l’organo di revisione contabile nelle Regioni e negli Enti locali. In risposta, il consigliere di maggioranza Vincenti aveva difeso l’operato affermando che la nomina non poteva avvenire tramite estrazione causa l’inesistenza del registro regionale dei revisori e la mancata adozione del decreto del Ministro dell’Interno, contenente i criteri per l’inserimento degli interessati nell’elenco stesso dei revisori.
Attraverso un comunicato datato 11 ottobre, l’intera minoranza dichiara che il Decreto Legge n. 138/2011, convertito in legge n. 148/2011, stabiliva che “a decorrere dal primo rinnovo dell’organo di revisione successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, i Revisori sono scelti mediante estrazione”, regolata da un decreto che deve essere emanato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge; fino ad allora deve invece rimanere in carica il vecchio collegio in regime di prorogatio. Le minoranze hanno così presentato un Ordine del Giorno insieme alla richiesta di un Consiglio straordinario urgente, affinché, in autotutela, si proceda all’annullamento delle nomine già fatte, chiamando alle sue responsabilità il Segretario Generale, il Presidente del Consiglio Comunale e lo stesso Presidente del Collegio dei Revisori in essere.
Durissime le parole del comunicato diffuso a firma di tutti i gruppi di opposizione: “Questa amministrazione è incapace di rispettare le norme, le regole, le consuetudini e il buon senso; come si dimostra in tutte le occasioni che si presentano; questa è solo l’ultima, in ordine di tempo. Dice il consigliere portavoce della maggioranza, che il loro è «un legittimo esercizio dei poteri di rappresentanza democratica»; noi, invece, la chiameremmo per quello che è: arroganza del potere che non giustifica questo suo intervento, teso a compiacersi di quanto, dallo stesso loro governo, è ritenuto un abuso. Certo, ci vuole faccia tosta per pretendere di giustificare questa vicenda soprattutto se consideriamo, udite udite, che la validità del collegio in carica, non era ancora scaduta, per cui, l’anticipo della nomina dei nuovi revisori, può ritenersi un falso utile a consentire di sottrarsi alla tempistica, dettata dalla nuova normativa”.
Alessandro Chizzini