L’Osapp denuncia l’ennesimo disagio subito dagli agenti del carcere di Borgo San Nicola
Piove sul bagnato. Gli agenti di Polizia penitenziaria del carcere di Borgo San Nicola, già da tempo costretti a lavorare in difficili condizioni operative dovute alla scarsità di uomini e mezzi in rapporto all’esubero dei detenuti ospitati nella struttura, da qualche giorno sono destinati a subire un’ulteriore situazione di disagio lavorativo. A causa della ristrutturazione dei locali della mensa, infatti, è stato sospeso il servizio di ristorazione per gli agenti. Così la pausa pranzo in mensa è stata per il momento sostituita con il sacchetto viveri, contenente panini a freddo.
Quest’ennesima disfunzione operativa del carcere ha spinto Mimmo Mastrulli, vicesegretario generale del’Osapp nazionale (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) a denunciare l’episodio scrivendo, fra gli altri, al capo del Dipartimento Franco Ionta e al ministro della Giustizia Angelino Alfano. Mastrulli ha segnalato che “la situazione incresciosa verificatasi nel penitenziario di Lecce con l’immediata ed inaspettata chiusura della mensa obbligatoria di servizio, con la contestuale consegna del sacchetto viveri alla Polizia penitenziaria, è l’ultima di una serie di disfunzioni anche in precedenza segnalate dall’Osapp che si registrerebbero ai danni del personale del corpo della polizia penitenziaria”. L’Osapp lamenta, in particolare, il fatto che la decisione sia stata presa in maniera del tutto unilaterale, senza confrontarsi con gli organismi sindacali locali e regionali e, quindi, procedendo alla sospensione della mensa di servizio in violazione da quanto stabilito nelle competenti commissioni, ex articolo 26 Dpr 395/1995.
Ma c’è di più. I toni di Mastrulli si fanno quasi minacciosi quando passa ad analizzare la situazione dei locali sostitutivi dove gli agenti per il momento consumano i loro pasti. Egli, infatti, ha rilevato come “l’inadeguatezza dei locali di soggiorno momentaneamente individuati nelle vicinanze dei locali mensa obbligherebbe la stessa amministrazione a dichiararsi se sulla questione sia stata o meno interessata preventivamente l’Asl territoriale per l’idoneità e la salubrità come previsto dalla norma. Questa situazione -commenta il vicesegretario nella sua nota- aggrava le condizioni della qualità della vita dei baschi azzurri della Polizia penitenziaria, continuamente frustrati nelle attività anche di ristoro oltre che professionali”.
Il carcere di Lecce soffre da tempo di una situazione di insostenibile degrado, del quale tutti ne fanno le spese, detenuti e guardie penitenziarie. I detenuti, in sovrannumero di quasi il doppio delle unità previste, sono relegati a condizioni di vita a dir poco inumane. Gli agenti, in numero insufficiente a coprire tutte le presenze del carcere, sono da mesi senza ferie e riposi a causa delle carenze di organico. Mimmo Mastrulli termina la sua nota con una richiesta perentoria di correttivi urgenti: “Il minimo che si possa fare per ovviare ai disagi causati, nell’attesa che venga ultimata la ristrutturazione dei locali mensa, è procedere con la sostituzione del sacchetto viveri con i buoni pasto, come peraltro previsto dal Ccnl Dp del 16 aprile 2009, numero 51, articolo 7”.
Giorgio De Matteis