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“Monitoraggio permanente, diagnosi e cura: proprio come per una malattia”

Secondo l’architetto Andrea Mantovano, sarebbero questi i presupposti da mettere in atto per salvare la bellezza della facciata di Santa Croce e di Palazzo dei Celestini
 
Tutti gli angioletti (tra cui quelli rovinatisi in questi giorni), non sarebbero secondo l’architetto Andrea Mantovano di età barocca: “Nei primi del ‘900, infatti, era prassi ordinaria intervenire e sostituire gli elementi degradati, con dei pezzi nuovi che riproducevano le immagini originali. L’iconografia -continua Mantovano- ci dà un’ampia documentazione in merito a operazioni di manutenzione. Le sostituzioni avvenivano sulla base del presunto disegno originario che veniva in questo modo restaurato, un genere di interventi pratici questo, che col tempo è andato perdendosi”.
E così sembrano lontanissimi gli ultimi interventi di restauro della facciata di Santa Croce, anche a fronte delle nuove tecniche d’avanguardia, che stando allo scollamento dei pezzi di questi giorni, non darebbero grandi speranze. Secondo l’analisi certosina di Mantovano (il quale sottolinea la necessità di intervenire in maniera capillare e costante per tutelare la pubblica incolumità), sembrerebbe che ad essere tenuti maggiormente sotto controllo dovrebbero essere proprio i conci sostituiti nella metà del ‘900, l’architetto. Sugli interventi fatti invece, l’esperto non esprime giudizi, “non so se c’è un’osservazione costante dei luoghi e non oso intervenire in merito. La cosa poco nota e che sono qui a ricordare è che molto di ciò che è stato fatto appartiene alla prima metà del ‘900 -ciò che si chiamerebbe in gergo “cuci e scuci”- che fino a 60-70 anni fa si faceva non solo sulle parti decorative”.
A causare il degrado dei cocci, non solo gli agenti atmosferici come pioggia, vento e grandine ma anche l’inquinamento che rientra, a quanto pare, tra le principali cause che hanno ridotto la Basilica allo stato attuale. La caduta degli elementi, che ricordiamo furono scolpiti dagli intagliatori salentini sotto la guida degli architetti Gabriele Riccardi, Giuseppe Zimbalo e Cesare Penna, e che ha richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, si è avuta all’incirca una settimana fa, in quell’occasione, i pompieri hanno scattato oltre 300 foto per documentare lo stato della basilica al fine di intervenire quanto prima con i lavori di restauro. 
Dai controlli è emerso che la parte alta della facciata è quella più interessata da diversi fenomeni di corrosione e sgretolamento che ha portato all’allestimento di un tunnel con un sistema di impalcature.  Le zone più colpite oltre a quelle più alte, sono anche quelle laterali all’altezza del frontone dove, stando agli ultimi accertamenti, mancherebbero piccole parti della grandezza addirittura di 12 centimetri. Controllata anche la facciata del Palazzo dei Celestini, sede della Provincia di Lecce. 
Al momento non dovrebbero esserci problemi di imminente distacco di grossi frammenti, ma il rischio c’è visto che è stata notata la presenza di lesioni che necessitano di un trattamento che dovrà essere realizzato al più presto possibile per evitare il distacco di altri pezzi. 
 
Eleonora L. Moscara