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Momenti cruciali per le sorti del Pispico

Le reazioni e proposte dei principali esponenti amministrativi di Poggiardo rispetto alla prospettiva di chiusura dell’ospedale da parte della Regione Puglia, prevista per il 14 gennaio 
 
La probabile approvazione del Piano di Rientro nel Consiglio regionale del 14 gennaio potrebbe decretare la definitiva chiusura dell’ospedale “F. Pispico”. Gli amministratori locali però non ci stanno, come il sindaco Silvio Astore: “Serve una proposta bipartisan per mantenere l’ospedale così come concepito da Fitto. La costa adriatica, in rapporto alla popolazione, non possiede strutture ospedaliere sufficienti e i dati funzionali del ‘Pispico’ sono una preziosa arma a favore di Vendola per mantenere gli impegni presi nel 2005. Per lo scorso 5 gennaio ho convocato una riunione a cui sono stati invitati i sindaci del nostro distretto, consiglieri regionali e parlamentari di quest’area, e sono emerse alcune proposte che sottoporremo in Regione”. 
Sulla stessa linea Giuseppe Colafati, responsabile del Comitato “Pro-Ospedale”: “Bisogna presentare in Regione una proposta che sia espressione del territorio, non solo di Poggiardo. Salvare l’ospedale è possibile; ad esempio, accorpando Poggiardo e Scorrano così come è stato fatto per Terlizzi e Corato. Non si dimentichi poi che il ‘Pispico’ è stato oggetto negli ultimi anni di ingenti finanziamenti provenienti proprio dalla Regione e trovo assurdo investire così tanto in una struttura, per poi chiuderla e farne solo sede di distretto”. 
Da sempre presente nelle vicende del “Pispico” il consigliere regionale Aurelio Gianfreda: “Come ho sempre affermato, anche in Consiglio regionale, considero le idee di Fiore, Sanapo e Scoditti un errore tragico per la sanità del territorio che va subito rimosso. Il ‘Pispico’ ha tutti i requisiti per mantenere la dignità di ospedale fino a quando non sarà realizzato il nuovo presidio a sostituzione di Poggiardo, Scorrano e Maglie da 450 posti letto”. 
Diverso il pensiero del consigliere comunale di minoranza Massimo Gravante: “Dov’era il centrodestra quando Fitto chiuse ope legis gli ospedali, senza potenziare i servizi sanitari e interfacciarsi con forze politiche e le associazioni di categoria? Oggi servono prestazioni ambulatoriali senza ricovero, in quanto Governo e conferenza stato-regioni hanno imposto delle drastiche scelte economiche. Ricordo poi che sono stati i cittadini a preferire ancora una volta il programma regionale del centrosinistra nel 2010 e che è stato il centrodestra a non far crescere l’ospedale di Poggiardo, nominando primari e direttori sanitari a scavalco”. 
 
Alessandro Chizzini