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Manutenzione ambulanze della Asl, Fp Cgil: “Mezzi insicuri”

Denuncia del sindacato: “Forti criticità. A rischio personale e utenza”

Ambulanze insicure e surplus nei costi di gestione. La Funzione Pubblica Cgil Lecce torna a denunciare la condizione di forte criticità della manutenzione dei mezzi in dotazione al 118. Il sindacato è intervenuto per segnalare un parco macchine vetusto, che avrebbe bisogno di costanti riparazioni e controlli. Ci sarebbe anche un disciplinare, redatto dalla Asl lo scorso ottobre, che però verrebbe continuamente disatteso. Di fronte a questa situazione, “che mette in serio pericolo i lavoratori della Asl, ma anche pazienti e automobilisti in generale”, il segretario provinciale della Fp Cgil, Floriano Polimeno, ha voluto scrivere una lettera alla Asl, invitando la dirigenza a convocare i sindacati ma soprattutto ad intervenire per rinnovare il parco mezzi.

“Dai lavoratori del 118, tanto della centrale operativa quanto delle varie postazioni sparse sul territorio, e dai presìdi ospedalieri riceviamo continue segnalazioni sulla scarsa affidabilità delle ambulanze – spiega il sindacalista -.Il personale denuncia la presenza di automezzi vetusti, con un numero eccessivo di chilometri percorsi, addirittura con guasti al sistema frenante e ingiustificabili ritardi nell’intervento di manutenzione, disciplinato da procedure disposte dalla stessa azienda con una nota del 24 ottobre scorso”.

Anomalie che provocherebbero rischi per l’utenza, oltreché stress sul personale e sull’organizzazione del lavoro: “La centralizzazione del servizio su un’azienda di fuori provincia rallenta le operazioni di manutenzione anche per piccoli interventi, ma soprattutto provoca un aggravio di costi. Se da un lato, infatti, si risparmia sui costi della manutenzione, dall’altro l’allungamento dei tempi comporta che le postazioni restino senza mezzi per diversi giorni ed a quel punto la Asl è costretta a fare intervenire ambulanze in convenzione. È inconcepibile che la rete di Emergenza Urgenza o il trasporto secondario dei pazienti sia condizionato da precarietà e carenza di mezzi”.

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