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L’ultima spiaggia

Le mareggiate dei giorni scorsi hanno intaccato in maniera forse irreparabile l’equilibrio costiero del litorale adriatico. La denuncia di Mauro Della Valle (Assobalneari Salento) e Luca Mangialardo (Sib) contro l’immobilismo della Regione Puglia 
 
La fine dell’estate potrebbe essere coincisa con la fine delle spiagge salentine. Le ultime mareggiate alimentate dal maestrale dei primi giorni di ottobre ha forse definitivamente compromesso il delicato stato dei litorali adriatici, già danneggiati da anni e anni di mancati interventi. 
La denuncia arriva questa volta dal presidente di Assobalneari Salento, Mauro Della Valle: “Si tratta purtroppo di un film in bianco e nero, visto e rivisto. Particolarmente delicata la situazione nella zona dei laghi Alimini, dove ad essere stati colpiti in modo violento dalla mareggiata -sottolinea il presidente dell’associazione- sono stati i lidi ‘Fico d’India’, ‘Tropea’ e ‘Acqua Chiara’, con le suppellettili e i frigoriferi sballottolati dalle onde”. Al lido Mancarella, a San Cataldo, sono state danneggiate alcune strutture in cemento. Anche la situazione ad Otranto, dove il mare agitato e le forti raffiche di vento di oltre 40 nodi, hanno flagellato la città causando notevoli danni al porto: alcune imbarcazioni hanno rotto gli ormeggi, finendo addosso ad altre. Nella zona dell’Ufficio circondariale marittimo, le onde alte e spruzzi d’acqua hanno invaso la strada, fino ad interessare la struttura della Guardia costiera e a riportare sull’asfalto salsedine e detriti. 
“Noi di Assobalneari Salento -continua Della Valle- non ci stiamo a questo immobilismo decisionale continueremo a ‘disturbare’ tutti i livelli politici. È d’obbligo da parte dei vertici regionali addetti al settore ambiente di cosiddetta ‘autocritica’, per esempio circa un Piano delle coste, che tra le mille prescrizioni contenute nel manuale tecnico, ricorda ai sindaci costieri, ai concessionari demaniali, che nelle spiagge in erosione non è previsto il rinnovo della concessione demaniale, bensì la revocare. Come dire invece di curare un ammalato gli diamo il ‘colpo di grazia’. Una politica che decide questo è immobile, ed il futuro del turismo balneare è tutto nella fine”. 
Anche Luca Mangialardo, massimo responsabile del Sib Lecce, esprime preoccupazione: “Da decenni i litorali sono oggetto di un pesante uso e abuso e vanno verso un forte deterioramento. L’ennesima mareggiata di questi giorni, sollevata dalle forti folate di maestrale prima e tramontana poi, ha messo letteralmente in ginocchio alcuni lidi della nostra costa”. 
Da qui la dura la presa di posizione del Sib: “Siamo allo sfinimento degli operatori turistici balneari, ormai stanchi di essere sentinelle e salvatori di un territorio donatoci dai nostri padri e che i politici e gli amministratori a tutti i livelli non vogliono che arrivi ai  nostri figli. Siamo esterrefatti nel continuare a vedere ed a contare aziende letteralmente buttate in acqua senza che nessun politico e in primis il presidente regionale Vendola sia capace di starci vicino visto la tanta sbandierata filosofia ambientalista e difesa occupazionale del governatore. Noi come Sib siamo pronti alle barricate e ad un autunno caldissimo se non vedremo applicati  provvedimenti urgenti per la difesa del territorio. Ne vale del futuro del turismo salentino, del suo fragile equilibrio economico, del futuro di decine e decine di posti di lavoro, e non da ultimo della sopravvivenza di tanti operatori turistico-balneari”. 
 
 
E il rapporto Clamer “condanna” i litorali salentini
 
La brutta notizia arriva da Clamer (Climate Change and European Marine Ecosystem Research), un progetto europeo che riunisce 17 istituti oceanografici di dieci diversi paesi: i mari d’Europa sono soggetti a cambiamenti di una rapidità senza precedenti a causa della fusione del ghiaccio artico, l’aumento della temperatura e la migrazione della vita marina. Il Salento è la regione d’Italia più in pericolo dove è a rischio un quarto della costa. La temperatura del mare è costantemente aumentata durante gli ultimi 25 anni causando anche lo scioglimento del ghiaccio artico. La combinazione dell’aumento del livello del mare e venti via via più potenti hanno contribuito all’erosione del 15% delle coste europee, sostiene il rapporto. 
Il Salento risulterebbe essere l’area più colpita in Italia, con una percentuale pari al 25 % di tutto il proprio litorale costiero per una lunghezza totale di circa 200 km di costa soggetta al fenomeno che riguarda in maniera minore il versante ionico in particolare, Porto Cesareo, Gallipoli e la Marina di Ugento e più decisamente quello adriatico Casalabate, Frigole, Cesine e Laghi Alimini le località più colpite. 
Un rapporto preoccupante secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” che lascia presagire un peggioramento della tendenza della erosione “con grave danno per le coste ed per il futuro dell’economia che vede nel turismo balneare uno dei settori strategici per lo sviluppo del Paese. Non resta che avviare ai livelli nazionali e regionali progetti di sistema che anziché tentare di tamponare il problema con misure di circostanza (vedi per esempio i tentativi di rinascimento delle zone sabbiose) abbiano come obiettivo quello di adottare tutte le procedure possibili di natura permanente per la salvaguardia del litorale costiero a partire dalla preservazione dell’ambiente ‘dunare’ dove sono presenti ancora le dune, sino alla ricostruzione delle stesse dove sono state cancellate, anziché costruirvi delle strade o nuovi stabilimenti balneari, ed alla realizzazione di barriere non invasive che proteggano dall’erosione spiagge e litorali rocciosi”.