La conquista della quarta stagione in Serie A consecutiva è passata da momenti difficili, non solo dal punto di vista sportivo. Un obiettivo che molti giudicavano perso nelle scorse settimane e che ha un nome in particolare: Graziano Fiorita
E’ stato un dolcissimo risveglio quello dell’ambiente giallorosso. Per la prima volta nella sua storia, il Lecce parteciperà al quarto anno consecutivo al campionato di Serie A. Il club giallorosso non era mai andato oltre le stagioni di fila, un ciclo che si era ripetuto finora per te volte: dal 1988 al 1991, dal 1999 al 20o2, dal 2003 al 2006.
La salvezza ottenuta ieri sera, quindi, entra di diritto nella storia della società giallorossa e verrà ricordato per molto tempo per come è stata guadagnata: un successo in trasferta contro una formazione in lotta per un posto in Europa e giocata in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo. Dopo l’ingenua espulsione di Pierotti, poco dopo il vantaggio di Coulibaly (al suo primo centro in giallorosso), era facilmente prevedibile l’assedio biancoceleste, pochi però erano convinti che la difesa giallorossa avrebbe resistito così caparbiamente. Invece l’intero reparto salentino ha sfoderato una prestazione maiuscola con Gaspar e capitan Baschirotto sugli scudi e, soprattutto, con un Falcone in versione deluxe. Non si può, però, non sottolineare l’enorme prestazione di Coulibaly, dominatore assoluto del centrocampo, oltre il gol-salvezza.
Il portiere giallorosso, come i suoi compagni di reparto, ha messo in campo la migliore prestazione della stagione, proprio nella partita più importante e forse contro la formazione più sentita, lui romano e cresciuto romanista. Le lacrime che ha versato copiosamente al triplice fischio finale, però, sono il frutto di un anno per lui tremendamente difficile: la scomparsa della madre ad agosto ha rappresentato un colpo talmente durissimo e “imparabile” per chiunque, e sicuramente non può non aver influito sul suo rendimento, il quale, comunque, anche al netto della prestazione di ieri, resta comunque positiva.
Quegli indici alzati al cielo mentre il suo volto era rigato dalle lacrime erano per lei, così come erano rivolti anche a Graziano Fiorita: la scomparsa improvvisa dello storico massoterapista giallorosso ha rappresentato un vero e proprio trauma per tutta la società, per il ruolo che aveva all’interno, per il legame strettissimo creato con i giocatori e che si espandeva oltre l’aspetto sportivo. Da quel momento, in poi, i giallorossi hanno capito di avere una ragione in più per credere alla salvezza e a lui è corso il primo pensiero quando il triplice fischio finale ha sancito che il Lecce ce l’aveva fatta.
Il Lecce ha saputo non arrendersi, la vittoria contro il Torino è stata quella che ha riacceso le speranze quando erano rimasti in pochi a credere nella salvezza: solo tre punti raccolti da febbraio ad aprile, con un Venezia che pian piano ha recuperato terreno ed un Empoli che restava sempre lì agganciato; entrambe le formazioni hanno accompagnato il Monza in Serie B. Il pareggio a Bergamo contro l’Atalanta, la discussa e commovente gara successiva alla scomparsa di Fiorita, ha dato un primo segnale, ma la sconfitta contro Napoli e il pareggio contro il Verona avevano ancora gettato nello sconforto l’ambiente giallorosso. La squadra, però, si è ricompattata, ha saputo alzare la testa e il gol vittoria contro il Torino, firmato proprio da uno dei giocatori più discussi in stagione, Ramadani, è stata la conferma (così come le lacrime dello stesso centrocampista albanese) che la squadra era ancora viva. Il resto è storia di ieri.
E il futuro? Se ne dovrà parlare, e tanto. Bisognerà capire il futuro di Giampaolo, arrivato nello scetticismo generale al posto di Gotti, che prima ha guidato i salentini in prestazioni e risultati incoraggianti, per poi entrare nell’occhio del ciclone quando i risultati hanno cominciato a mancare. Servirà sicuramente rivedere la rosa, capire gli errori commessi e allestire una formazione che possa dare maggiori garanzie per la prossima stagione, il cui obiettivo resterà sempre lo stesso.
Se ne dovrà parlare, ma non adesso. Ora tempo di scaricare ansia, rabbia e tensione; è tempo di godere di una salvezza soffertissima e insperata, soprattutto da coloro che non appena i risultati sono venuti a mancare sono scesi immediatamente dal carro, senza sapere che un tifoso, un appassionato su quel carro non si muove mai, soprattutto quando non riesce più a muoversi.
Celebrare e festeggiare un obiettivo circondato da un alone di dolore per la mancanza di un giallorosso che ieri sera ha tifato più di ogni altro.
[Foto: pagina Facebook “U.S. Lecce”]


