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La proposta di legge sul prepensionamento dei genitori di figli disabili

Ormai se ne parla da più di quindici anni, e regolarmente ad ogni cambio di legislatura e di governo viene rispolverata, salvo poi essere, nuovamente, accantonata ed anzi abbandonata al suo destino tra i meandri della political-burocrazia. Stiamo parlando della proposta di legge che istituisce il prepensionamento per i genitori di disabili gravi, una normativa attesa dalle famiglie interessate ma che per i costi aggiuntivi che comporta (stimabili in circa tre miliardi di euro a regime per ogni anno) non riesce mai a vedere la luce, scatenando le dure reazioni e proteste delle associazioni che per essa si battono da anni.
Dopo essere rimasto fermo per mesi all’esame della commissione lavoro della Camera, nello scorso settembre è stato finalmente riformulato il testo unificato, adottabile come base della legge che, si spera, dovrà entrare in vigore dal 1 gennaio 2010. Per ora si parla di proposta di legge, e sarà applicabile alle lavoratrici e ai lavoratori “che si dedicano al lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili in condizione di totale inabilità lavorativa, aventi una percentuale di invalidità uguale al cento per cento, che assume connotazione di gravità e che necessitano di assistenza continua poiché non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”. Il beneficio è riconosciuto, ad “un solo familiare convivente per ciascuna persona disabile purché abbia compiuto il cinquantatreesimo anno di età e con almeno venticinque anni di contributi previdenziali di cui almeno diciotto annualità versate nel periodo di costanza di assistenza al familiare convivente disabile. Nel caso di handicap congenito, la costanza di assistenza è comunque calcolata dalla nascita. Qualora la presenza nel nucleo familiare di figli disabili sia superiore all’unità -prevede la norma-  i benefici previsti spettano ad entrambi i genitori”.