Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te ho posto il mio compiacimento”.
Con la festa del Battesimo di Gesù si chiude il tempo del Natale ed entriamo nel tempo Ordinario che ci accompagnerà fino al mercoledì delle Ceneri (17 febbraio). Non voglio tralasciare l’importanza e il significato di questa festa che riguarda tutti noi, perché segna l’inizio della vita cristiana, grazie ai nostri genitori che insieme al dono della vita ci hanno donato anche la fede. Oltre il Battesimo della prima infanzia che ci fa figli di Dio, ci sono le scelte della vita che sono come un secondo Battesimo, specie riguardo alle scelte decisive come il matrimonio, la vita religiosa e il sacerdozio. Infatti, questi momenti importanti sono segnati dalle Litanie dei Santi che si invocano durante i riti sacramentali, mentre i candidati sono stesi per terra in segno di completa dipendenza dalla volontà di Dio. Ci sono poi particolari situazioni della vita come il martirio, che è chiamato sin dall’antichità Battesimo di Sangue, proprio perché la testimonianza al Vangelo di Cristo e alla Chiesa diventa cruenta.
C’è ancora una condizione singolare di martirio, che è la sofferenza fisica o morale, la quale sembrerebbe un altro battesimo perché, come uno stillicidio quotidiano, chiede una fedeltà perseverante a Cristo, che ci prova ma non ci abbandona. Proprio quest’ultima realtà voglio esplicitare per ringraziare tutti coloro che pagano in prima persona la sequela del Vangelo di Gesù Cristo. Insieme con loro voglio ringraziare quanti li curano, li aiutano e li accompagnano. Nel nostro Salento a Tricase c’è da qualche mese l’Hospice – Casa Betania per malati terminali, perché non si sentano soli ma lascino questa vita terrena abbracciati da tenerezza e sorriso.
Frate Roberto Francavilla