Pilato disse a Gesù: “Tu sei il re dei Giudei?”. Gesù rispose: “Il mio Regno non è di questo mondo, se fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei, ma il mio regno non è di quaggiù”.
L’ultima domenica dell’anno della Chiesa è la Festa di Cristo Re. Il Vangelo ci presenta la sua regalità nel contesto di un processo davanti a Ponzio Pilato, governatore dell’Impero romano nella provincia di Palestina. Dopo il dialogo serrato con risposte taglienti e misteriose, Pilato dal balcone del Pretorio lo presenta alla folla dei Giudei, vestito di porpora con una corona di spine sul capo, proclamando: “Ecco il vostro re”. Per Pilato è un re di burla, ma non sapeva (poverino!) di proclamare la verità più grande della storia, intorno alla quale si nutre la fede dei cristiani da 2mila anni. Il nostro re è Cristo crocifisso, comunque suoni la sentenza del Consiglio d’Europa! Non ci vergogniamo del nostro Re che ha per trono una croce, per scettro dei chiodi e per corona una di spine. Non bisogna tacere comunque che nei secoli passati si è voluta quasi imporre questa fede con le guerre di religione e con l’impresa delle crociate, le quali avevano il nobile scopo di liberare il sepolcro di Cristo dall’occupazione e soprusi dei mussulmani, seminando però violenza e morte. Giovanni Paolo II nell’Anno Santo 2000 ha voluto fortemente un rito solenne del perdono, dove figuravano nell’elenco sopraffazioni e misfatti commessi dai cristiani e registrati dalla storia.
Ora siamo in un tempo nel quale, rispettando i diritti di tutti, non bisogna misconoscere la verità di ogni religione. In tante storie personali, familiari e nazionali, al di là del credo continua la realtà del crocifisso che chiede di non essere cancellato o ignorato ma chiede solidarietà. Lo stesso Cristo sul Calvario la trovò in uno dei ladroni crocifisso con lui, nell’unico discepolo che lo seguì fin sotto la croce (Giovanni), in sua Madre e in una donna per la quale si aveva un pregiudizio morale (Maria Maddalena). Davvero intorno a Cristo nostro Re che contempliamo sulla croce nessuno può tirarsi fuori, né avanzare pretese di appartenenza consolidata. Lui è il Giudice davanti al quale tutti compariremo per essere giudicati per le nostre opere.
Frate Roberto Francavilla