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La Lucerna

“Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità del cielo sino all’estremità della terra”.
Siamo alle ultime domeniche dell’anno liturgico ed ascoltiamo i cosiddetti Vangeli Apocalittici che parlano della fine del mondo con un vocabolario aulico, fatto di immagini grandiose che incutono insieme meraviglia e spavento. Coincidono queste domeniche con il ventennale della caduta del muro di Berlino (1989) che fu come un arcobaleno di pace dopo la tempesta della guerra fredda che divise non solo la Germania ma l’intera Europa in due blocchi contrapposti. Purtroppo, mentre celebriamo il ricordo di un avvenimento di riconciliazione, dobbiamo registrare la permanenza dolorosa di muri che dividono, come in Medio Oriente nella Terra Santa, dove continua l’impossibile pace tra palestinesi e israeliani. Altro muro nel Messico per impedire il passaggio dall’America Latina a quella del Nord con un anelito di libertà; ancora tra la Corea del Nord e del Sud ed in fine nella piccola isola di Cipro, la divisione tra la popolazione turca e quella greca.
Di fronte a questa triste realtà, la venuta del Figlio dell’uomo con grande potenza e gloria, ci sembra un artificio letterario ed una buona favola che raccontiamo nella chiesa, perché la realtà degli sbarchi di quanti fuggono da regimi persecutori continua come uno stillicidio sulle nostre coste, con il palleggio delle responsabilità internazionali circa l’accoglienza e lo stato dei rifugiati politici e non di clandestini da rinviare subito nei loro paese di origine. C’e nelle parole del Signore una forza centripeta che contrasta con la forza centrifuga della cronaca di ogni giorno. Dio Padre ha mandato suo Figlio nel mondo per riunire i figli dispersi e fare di tutti i popoli un solo popolo che benedica il Suo nome. Invece assistiamo ogni giorno di più ad una frammentazione culturale, politica e persino ecclesiale (!) che non fa sperare di vedere l’alba di quel giorno nel quale saranno radunati gli eletti dall’estremità della terra, sino all’estremità del cielo. Non ci resta che sperare negli angeli e non solo, ma anche negli uomini e nelle donne di buona volontà che si fanno artigiani di pace.

Frate Roberto Francavilla