Cerca

La Lucerna

“Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”.
La prima domenica di ottobre coincide con la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia assieme a Santa Caterina da Siena, che onoriamo lo stesso giorno a motivo della Supplica alla Regina del Rosario di Pompei, che recitiamo due volte l’anno, a maggio e ad ottobre. Questa donna meravigliosa la contempliamo insieme a San Domenico, prostrati ai piedi della Vergine, mentre ricevono da lei la corona del rosario. San Francesco, nella sua umiltà, era molto consapevole di essere una nullità davanti a Dio, al punto da considerarsi “idiota e servo di tutti”. Egli, in verità, aveva frequentato la Scuola Cattedrale di San Rufino e la Scuola Monastica di Subiaco, al punto da conoscere i Vangeli e i Salmi quasi a memoria, citandoli per brani interi in lingua latina nei suoi Scritti. Il nome stesso di Frati Minori dato al suo movimento, spiega questa scelta preferenziale di semplicità e povertà che doveva distinguere i suoi seguaci dai movimenti ereticali che pullulavano nella Chiesa e società del suo tempo. Certo, non sono mancati uomini “sapienti e intelligenti” tra i primi Francescani, basti pensare a Sant’Antonio da Padova e San Bonaventura da Bagnoregio, quest’ultimo onorato dal papa Benedetto XVI ai primi di settembre con una visita nel suo paese di origine. Proprio a Sant’Antonio, frate Francesco indirizzò un biglietto nel quale scrive: “Ti ordino di insegnare teologia a tutti i frati, purché non si estingua lo spirito della santa orazione et devozione, al quale spirito tutte le altre cose devono servire”.
C’è proprio bisogno di San Francesco e della sua intercessione perché, nel nostro Paese dal Nord al Sud (isole comprese), prevalga lo spirito del rispetto e della collaborazione, mettendo la parola fine a rivalità e animosità che non costruiscono un bel niente e creano invece disinteresse e sfiducia nelle istituzioni! Il poverello di Assisi non ci renda meschini, ma piccoli secondo il Vangelo.

Frate Roberto Francavilla