Cerca

La farmacia delle polemiche

La possibile cessione delle quote pubbliche della struttura scatena la reazione dell’opposizione. Roberto Tundo: “Ci sono voluti otto anni per aprirla, e solo nove mesi per venderla”
 
La farmacia comunale finisce ancora una volta per argomentare le polemiche tra maggioranza ed opposizione. Fino a poco meno di un anno fa (e negli altri otto precedenti) si discuteva della natura giuridica e della gestione della struttura-servizio, oggi invece la dialettica fra i diversi fronti dello scacchiere politico cittadino è incentrata sulle necessità (o meno) che la stessa farmacia comunale possa essere ceduta per necessità economiche al migliore offerente.
Facciamo un piccolo passo indietro. Nelle scorse settimane l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Falconieri con delibera di Consiglio comunale aveva approvato il bilancio di previsione, e per coprire i debiti municipali, pari circa a due milioni di euro, aveva prospettato l’accensione di mutui con la cassa depositi e prestiti. In alternativa potrebbe essere percorribile anche la strada che porta all’alienazione della quota di parte pubblica della farmacia. Quest’ultima ipotesi però non piace alle opposizioni in Consiglio comunale, Melissano Cambia e l’Italia dei Valori. Rispettivamente con Roberto Tundo e Stefano Scarcella, i due gruppi in minoranza hanno già espresso il loro secco “no” alla cessione delle quote della farmacia, alzando sin da subito le prime barricate.
“Il sindaco Falconieri per quasi dieci anni ha costruito intere campagne elettorali sulla seconda farmacia di Melissano -dichiara Stefano Scarcella dell’IdV-. Oggi invece matura l’idea di annullare una fonte di guadagno importante che nei conti del 2009 non ha realizzato un attivo solo perché i costi di gestione del servizio sono troppo alti, anche se a mio avviso limabili”. “Ci sono voluti otto anni per attivare la farmacia comunale ed appena nove mesi per venderla -è il commento del capogruppo di Melissano Cambia Roberto Tundo-. Si dice che la farmacia non produce utili? In effetti con tutte quelle figure che appesantiscono i costi di gestione (un Consiglio di amministrazione di 3 membri, un Collegio sindacale di 5 membri, 1 direttore di farmacia, farmacisti…) quale farmacia in simili condizioni potrebbe registrare conti in attivo?”.