Cerca

La disobbedienza civile delle periferie

Numerosi residenti nei quartieri di San Pio, Villa Convento, Borgo San Nicola e 167 minacciano di non pagare la Tasi finché non saranno realmente erogati i servizi a cui tale tassa è destinata 

 

Lecce cade e decade. Non siamo in autunno, non parliamo di foglie, non parliamo di barocco (che cade però anche quello) ma della Lecce più recente, quella meno turistica, quella che per alcuni è meglio non vedere, visitare, fotografare se non per qualche rivista che abbia come tema proprio quello di “quanto sia brutto vivere in una città moderna” anzi meglio sarebbe cominciare a familiarizzare con il termine “contemporanea”. Certa città contemporanea, e questa leccese in particolare, è brutta nei suoi disegni, nei suoi aspetti, nei suoi suoni e colori. Dobbiamo riconoscere colpe a qualcuno? Forse sì, forse no. 

Si è fatto molto in questi anni sia a Lecce che altrove ma non è abbastanza. L’abbastanza è quello del tempo, del denaro, ed ora possiamo dirlo ad alta voce, anche quello della pazienza dei cittadini leccesi che abitano in queste sciagurate periferie. E sapete quale è la novità della protesta che monta in questi giorni di estate anticipata a Lecce? I luoghi sciagurati non generano gente sciagurata, a Lecce quella gente, gli abitanti delle periferie hanno cominciato una protesta delle più moderne anzi delle più contemporanee: il civilissimo, legittimo rifiuto di pagare le tasse (in questo caso la Tasi) perché i servizi ai cittadini da parte del Comune non vengono erogati. 

Non c’è bisogno di sfoderare o scomodare Cesare Beccaria con il suo Dei Delitti e delle Pene, né l’altisonante suono del latino con il suo Do ut des. No, nessuno e niente di tutto questo perché qui si mettono sul tavolo i diritti di persone che in quanto abitanti di una città hanno diritti specifici come la qualità della vita ovvero strade asfaltate, marciapiedi sicuri, attraversamenti pedonali, strade pulite, giardini e manutenzione nel senso più lato del termine. I cittadini di San Pio, Villa Convento, Borgo San Nicola, 167 (a proposito non sarebbe il caso di dare un nome che non sia un numero a questo quartiere?) si sono riuniti in un Comitato per far sentire la loro voce, organizzando una raccolta firme e rivolgendosi direttamente al sindaco del capoluogo salentino, Paolo Perrone. “Gli abitanti delle periferie della nostra città -spiegano dal Comitato- non usufruiscono di molti di quei servizi indicati dal Comune fra quelli finanziati con la Tasi, ma sono comunque costretti a pagare il tributo per intero. Due trattamenti diversi, in centro e in periferia, e la stessa tassa. Che equità è questa? Giustizia sociale -concludono- significa corrispondenza fra quanto si paga e i servizi che si ricevono in cambio da chi amministra”. 

 

Fabio Antonio Grasso