Sempre più consensi sta riscuotendo il progetto di accoglienza per i giovani profughi provenienti dalla Libia presso la Masseria Del Monte nella frazione di Andrano. Il titolare: “Questi ragazzi sono un esempio di cultura e civiltà”
Ben 101 ragazzi fuggiti dalle atrocità delle guerra in Libia hanno trovato accoglienza, rifugio e soprattutto speranza presso la Masseria Del Monte di Castiglione, frazione di Andrano. Un esperimento iniziato lo scorso 11 maggio e che dimostra giorno dopo giorno la sua validità. Questo è stato uno dei messaggi lanciati durante l’incontro La Costituzione come metafora della convivenza: l’immigrazione, tenutosi venerdì scorso presso la stessa struttura. Alla manifestazione, realizzata dall’Istituto Comprensivo Statale di Andrano con la collaborazione dell’Amministrazione comunale, hanno partecipato Alessandro Isoni dell’Università del Salento, la presidentessa di Integra Onlus Klodiana Cuka, il sindaco di Andrano Carmine Pantaleo e il dirigente dell’Istituto Comprensivo Pasquale Ciriolo.
Nel corso dell’evento è stato elogiato il processo di integrazione in atto, dove per la prima volta si registra una concreta sinergia tra pubblico e privato in merito a queste tematiche: “Abbiamo fatto il nostro dovere -spiega il sindaco Pantaleo- accogliendo da buoni cristiani alcuni profughi di guerra, che sono prima di tutto dei ragazzi educati e si stanno inserendo bene nella comunità. È un esempio per l’intero Paese, una sfida che stiamo vincendo e la gratitudine di questi ragazzi ce lo dimostra”.
La vera anima del progetto è però il proprietario della tenuta Del Monte, l’architetto Gianfranco Nicolardi il quale, di sua spontanea iniziativa, ha candidato presso il Ministero degli Interni la sua struttura come sede di accoglienza: “Nel giro di due giorni Asl, Regione Puglia e Protezione Civile hanno verificato come la struttura rispettasse tutti i requisiti richiesti dal Ministero. Si tratta di ragazzi provenienti da diversi paesi africani, ma che si trovavano in Libia per lavoro al momento dell’esplosione della crisi. Nonostante le differenti origini e religioni, hanno creato tra loro un codice regolamentare. Ogni decisione viene messa ai voti ed accettata da tutti; stanno offrendo a tutti un esempio di cultura e civiltà. Molti lavorano già nella mia struttura per rendersi utili e alcuni, appena pronti i nuovi documenti e permessi di soggiorno, verranno da me assunti a rotazione”.
Per ognuno di loro è previsto un supporto psicologico da una esperta accreditata presso il Ministero degli Interni e la partecipazione a corsi di lingua italiana. Tra di essi, spicca la figura di Philip (nella foto), un nigeriano di 26 anni che in Libia lavorava come ingegnere informatico e che rappresenta il punto di riferimento di tutto il gruppo. Philip è anche un prete pentecostale; è lui a celebrare ogni mattina la messa per i cristiani e ad ascoltare la sera in un briefing le istanze e i problemi di tutti i suoi compagni, offrendo consigli e consolazione. Questo giovane religioso ha un drammatico ricordo della Libia, dove ha lasciato la madre e due sorelle, ma ha le idee chiare sul suo futuro: “Il Libia molta gente tuttora muore o soffre, perde tutto senza una vera ragione, indipendentemente che uno sia cristiano o musulmano. Io ringrazio l’Italia e Castiglione per l’affetto e l’amore che ci stanno dando e per gli stessi motivi ringrazio Gianfranco e tutta la sua famiglia. Sono persone con un cuore grande. Nel futuro, spero di restare a Castiglione e di riuscire ad aiutare tutti quelli che ne avranno bisogno, anche coloro che in questo periodo mi hanno donato il loro amore”.
Alessandro Chizzini