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La battaglia del “Baretto”

Il Comune di Santa Cesarea, dopo dieci anni, non ha concesso l’autorizzazione a occupare il suolo pubblico ai titolari de “L’Avamposto”. Intanto scatta la mobilitazione dei politici salentini e del popolo di Facebook
 
Per dieci anni ha allietato le serate estive dei salentini e dei turisti meritandosi le citazioni della stampa nazionale e internazionale. Quest’anno, però, “L’Avamposto”, meglio conosciuto come il “Baretto” di Porto Miggiano, rischia di scomparire. Tutto questo a causa della mancata concessione di occupazione di suolo pubblico da parte dell’Amministrazione comunale, la quale ha voluto invece indire un’asta di vendita proprio dell’area in cui sorge ogni estate proprio il “Baretto”, cioè una struttura interamente realizzata in legno e amovibile. Le due aste che si sono tenute negli scorsi giorni sono andate deserte, così come quella del 2009. “La differenza -spiega il titolare, Alex Rizzo– è che l’anno scorso ci fu concesso di aprire, mentre quest’anno l’autorizzazione ci è stata negata a priori. È una zona del Parco Naturale Otranto-Leuca, non può essere sfregiata, né essere intaccata dal cemento ed è a rischio idrogeologico. La mia struttura è invece sempre stata realizzata al limite previsto, cioè a cento metri dalla torre saracena e la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali mi ha confermato tutti i requisiti per poter operare in quel luogo fino al 2014”. 
L’Amministrazione parla di dismettere beni comunali non strumentabili all’attività del Comune, suscettibili di valorizzazione e non produttivi: “In realtà non è maggiormente valorizzabile in quanto la destinazione d’uso resta invariata, cioè zona F2, per attrezzature ricettive e bar; non è improduttiva perché corrispondiamo un canone di 6mila euro annui; non è non strumentale perché si tratta di un locale situato a meno di 100 metri da un comune rivierasco”. In attesa della sentenza del Tar sul ricorso dei titolari, a difesa del “Baretto” si sta muovendo anche la politica con il senatore Giuseppe Caforio (Idv) che ha presentato un’interrogazione parlamentare, il consigliere comunale Antonio Maniglio (Pd) con una interrogazione regionale. E non bisogna dimenticare i 3mila sostenitori della pagina di Facebook “Salviamo il Baretto di Porto Miggiano”. “L’Avamposto ha contribuito a portare il turismo a Santa Cesarea -conclude Rizzo-. Chi giungerà qui da noi non lo troverà più, senza una ragione valida. E soprattutto io e i miei 12 dipendenti rischiamo di vedere andare in fumo dieci anni di lavoro”. 
 
Alessandro Chizzini