Criticità strutturali, organizzative e di sicurezza. I sindacati chiedono un incontro a prefetto e istituzioni della Giustizia minorile e il differimento dell’apertura fino al completamento dei lavori
A una settimana dall’apertura dell’Ipm (Istituto penale per minorenni) e del Centro di prima accoglienza nei locali dell’ex Itca, sulla via per Arnesano, Cgil Lecce e Fp Cgil Lecce puntano il dito sulle carenze dell’immobile e soprattutto su quelle che riguardano il personale. Proclamato lo stato di agitazione, chiedono un incontro urgente al prefetto e il differimento dell’apertura, fino al completamento dei lavori di adeguamento degli ambienti interni ed esterni, previsto entro aprile.
Presentato alla stampa il 20 novembre come una struttura moderna in grado di garantire il reinserimento sociale dei minori, l’Istituto accoglierà il primo minore il prossimo 15 dicembre, “nonostante significative criticità strutturali, organizzative e logistiche e senza tener conto della territorialità del minore assegnato, proveniente dal distretto di Bari”, spiegano Tommaso Moscara e Floriano Polimeno, segretari generali territoriali di Cgil ed Fp Cgil. Le condizioni di sicurezza sono quelle che preoccupano maggiormente i sindacati, che denunciano percorsi non adeguatamente illuminati, assenza di un sistema di videosorveglianza perimetrale, mancanza di un BlockHouse per il controllo e l’identificazione dei visitatori. Tra le criticità segnalate anche una copiosa infiltrazione al piano terra e problemi al sistema antincendio, che solleverebbero dubbi sulla piena conformità della struttura alle norme di sicurezza e sull’idoneità ad accogliere minori e personale.
Gli spazi destinati alle attività sportive, inoltre, fondamentali per il trattamento rieducativo dei minori, sarebbero carenti e in via di realizzazione (consegna lavori presunta il 30 aprile prossimo), ma attualmente non sarebbero conformi alle norme di sicurezza e penitenziarie. Più in generale, non sarebbero state considerate le norme per la tutela dei diversamente abili e mancherebbe l’autorizzazione sanitaria per lo svolgimento delle attività di trasformazione degli alimenti nella cucina e somministrazione del cibo nella mensa: “Ad oggi non ci risulta che sia stata richiesta alcuna certificazione di agibilità che attesti l’adeguatezza della struttura per lo svolgimento di tutte le attività connesse, secondo le disposizioni del decreto legislativo 81 del 2008”, dicono Moscara e Polimeno.
Segnalazioni anche riguardo al personale, con il contingente della polizia penitenziaria assegnato alla struttura considerato dai sindacati largamente insufficiente: “Sostenere che il ridotto numero iniziale di minori compenserà la scarsità di personale non è una giustificazione plausibile. Una struttura penitenziaria necessita, in ogni caso, di un organico adeguato a garantire sicurezza, sorveglianza e funzionamento”, dicono i sindacalisti. I rappresentanti della Cgil fanno poi notare che per reperire il personale destinato all’Istituto di Lecce si è attinto dagli organici di altri istituti minorili, già sotto pressione, indebolendoli e creando criticità diffuse sul territorio nazionale. Mancherebbero, inoltre, anche le figure professionali per la gestione della contabilità, che necessiterebbero di almeno tre unità, e questo starebbe determinando un carico di lavoro gravoso, visto che l’apertura dell’Ipm nelle ultime due settimane dell’anno, causerà la chiusura dell’esercizio finanziario, oltreché per il Centro di prima accoglienza e il Centro diurno, anche per il nuovo Ipm. Assente anche un presidio medico: la Asl infatti non ha ancora individuato il personale sanitario da assegnare stabilmente all’Istituto. Infine la scelta di procedere all’apertura dell’Ipm di Lecce, coi conseguenti trasferimenti di personale, a ridosso delle festività natalizie potrebbe avere ripercussioni sulla vita familiare e personale dei lavoratori, che non potranno fruire delle ferie richieste nelle sedi di origine.
Secondo Moscara e Polimeno, “tutte queste criticità appaiono in netto contrasto con l’immagine fornita durante l’inaugurazione dell’Ipm, presentato come all’avanguardia per il reinserimento dei minori: un obiettivo impossibile da perseguire nelle attuali condizioni. Per questo è stato proclamato lo stato di agitazione del personale”. Cgil ed Fp Cgil hanno così scritto al prefetto Natalino Manno, alle varie articolazioni della Giustizia minorile, ai Garanti dei detenuti, al Tribunale dei minorenni ed al Procuratore presso il Tribunale dei Minorenni. La richiesta è duplice: aprire una discussione con le istituzioni sulle tante criticità espresse e, soprattutto, differire l’apertura dell’Ipm fino al completamento del secondo lotto dei lavori, che adegueranno gli ambienti esterni ed interni e realizzeranno il campo sportivo polivalente entro aprile 2026.
[Foto: www.leccesette.it]


