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In Salento il postino non suona più due volte

Ritardi nella consegna della corrispondenza e dipendenti costretti a subire carichi di lavoro insostenibili: Poste Italiane nel mirino dei sindacati 

 

Una situazione di assoluta emergenza: può essere sintetizzata così l’attività di Poste Italiane in provincia di Lecce secondo quanto denunciato negli scorsi giorni dai sindacati. Da un lato, quintali di corrispondenza in lunga giacenza presso gli uffici postali e code di utenti, giustamente, arrabbiati agli sportelli per reclamare la consegna di bollette e fatture ormai scadute; dall’altro, le condizioni di lavoro a cui sarebbero costretti i dipendenti degli uffici, soprattutto in riferimento alla salute e alla sicurezza. Criticità e disagi contenuti in due diversi esposti: uno presentato all’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) dalle segreterie provinciali di Uil, Uil Poste e dall’Associazione per la Difesa dei Consumatori di Lecce, mentre l’altro inviato da Slc Cgil, Slp Cisl, Sailp, Failp Cisal agli organi ispettivi della sanità e della sicurezza del lavoro (Spesal, Inail e servizio ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro).

I firmatari delle due note individuano il responsabile di questi disagi proprio in Poste Italiane spa, che da oltre un anno ha avviato un processo di cambiamento organizzativo del reparto logistico, i cui effetti negativi si sarebbero riversati sui lavoratori addetti al recapito e su quelli delle lavorazioni interne, costretti ad un carico di lavoro insopportabile e a subire pressioni dai loro superiori per assolvere in tempo e correttamente alle loro mansioni. 

Uil, Uil Poste e Adoc ricordano la nuova organizzazione del recapito della corrispondenza denominata “a giorni alterni” implementata da Poste Italiane già nel 2015, ma che evidenzierebbe incongruenze rispetto al mandato ricevuto da Agcom alla direttiva europea 97/67/CE. Questa procedura è stata attivata lo scorso agosto anche in provincia di Lecce, ma ha però previsto il taglio del personale da adibire al recapito ed il conseguente considerevole aumento del carico di lavoro dei portalettere. A risentirne, quindi, secondo le associazioni di categoria, è stata la qualità del servizio e non sono stati rispettati gli impegni derivanti dalla normativa in materia di erogazione del servizio universale. 

Uil Poste, inoltre, lamenta il silenzio delle strutture aziendali regionali informate della situazione già lo scorso 13 novembre, mentre l’Adoc Lecce ha preannunciato la predisposizione di una denuncia nei confronti di Poste Italiane per la violazione della normativa di settore.

 

Il caso del centro di smistamento di Lecce

 

Le difficoltà e i disagi sofferti da utenti e lavoratori salentini di Poste Italiane sono rappresentate in tutta la loro dimensione dal Centro di Distribuzione Master di Lecce; si tratta, cioè, del centro di lavorazione della corrispondenza del capoluogo sito in via Lequile, in cui viene smistata tutta la corrispondenza in arrivo e in partenza della provincia di Lecce e che provvede al recapito della posta dei comuni di Lecce, San Cesario, Lequile, Cavallino, Lizzanello e Surbo. 

Secondo quanto denunciato da Slc Cgil, Slp Cisl, Sailp, Failp Cisal, gli ambienti non sarebbero adeguati al numero degli addetti e in particolare per i turni antimeridiani, mentre le postazioni di lavoro non rispetterebbero le norme; a peggiorare la situazione, inoltre, la presenza di lavoratori distaccati da altri centri della provincia e della regione. Un numero elevato al quale non corrisponderebbe, inoltre un adeguato piano antincendio. 

A tutto ciò, si aggiungerebbero la scarsa pulizia dei locali, l’inadeguatezza degli spogliatoi e la precaria condizione della banchina esterna su cui si effettuano le operazioni di carico e scarico degli automezzi. Una serie di elementi che secondo le organizzazioni sindacali costituiscono altrettante violazioni delle norme e per questo chiedono immediati interventi ispettivi presso il centro di via Lequile ed eventualmente presso gli altri uffici della provincia. 

 

Alessandro Chizzini