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Il Tar dà via libera alla Tap

Accolto il ricorso della multinazionale del gas: il Comune di Melendugno non può opporsi al completamento delle indagini ambientali al fine di realizzare un’opera di “carattere strategico nazionale”

 

Non per principio. Secondo il Tar, il Comune di Melendugno non può opporsi alle operazioni di rilevamento su terra necessari alla Tap per completare le indagini geofisiche e ottenere l’autorizzazione ministeriale. Non per principio, almeno. Questo perché la Trans Adriatic Pipeline, il metanodotto che porterà il gas naturale dai giacimenti di Shah Deniz in Azerbaijan verso l’Europa occidentale, attraverso la Grecia, l’Albania e il Mar Adriatico fino in Puglia, per innestarsi nel territorio del Comune di Melendugno, è opera di “carattere strategico nazionale” e si inscrive all’interno delle politiche energetiche europee. In altre parole la scelta non compete all’autorità locale, che può opporsi al progetto solo per giustificato motivo. 

Le parole del Tribunale a riguardo sono chiare: “Il Collegio è dell’avviso che la pur indubbia significatività dell’intento manifestato (in base ai principi affermati nello Statuto Comunale) non può condurre alla determinazione di ostacolare ‘a priori’ la realizzazione dell’intervento, alla quale concorre l’attività dello Stato Italiano che, a sua volta, coopera allo sviluppo della rete energetica europea, nel cui ambito l’opera in questione assume rilevanza strategica (decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 13.03.2013). L’esigenza della tutela della comunità da parte delle autonomie locali (in cui è senza dubbio annoverato il compito di promuovere le migliori condizioni di qualità della vita) non può rilevare in maniera isolata ed essere scissa dal contesto nazionale in cui si innesta il sistema delle autonomie”. 

Ma il tempo perso dalla Tap a combattere contro la popolazione e le amministrazioni locali la pone in svantaggio competitivo con il progetto concorrente Nabucco, che potrebbe essere scelto a giugno dal consorzio Shakh Deniz come strada alternativa del gas proveniente dalla zona del Mar Caspio verso l’Austria. D’altra parte le motivazioni per sospendere i lavori ci sono, data la documentazione incompleta del progetto. Il mese scorso l’Arpa Puglia ha infatti bocciato la richiesta della multinazionale di analizzare i campioni di sedimenti prelevati autonomamente sul fondale marino, in quanto il prelievo dei campioni, per decreto ministeriale del 24.01.1996 deve essere coordinata da un tecnico Arpa. I 14 barattoli raccolti risultano quindi non processabili e le analisi da rifare. Intanto il ministero ha spostato il termine per la consegna dei dati dell’Esia (Studio di impatto ambientale e sociale) e il conseguente completamento del progetto, a settembre 2013. 

Valentina Zammarano