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Il seme raro della pazienza

“È giunto il momento di passare la mano”. L’annuncio shock di Giovanni Semeraro, storico patron dell’Us Lecce, che nel corso di una conferenza stampa nella sede di via Templari ha confermato la volontà di cedere ad altri -dopo 16 anni- la proprietà del club, ha gettato nel panico i tifosi giallorossi, che ora si interrogano sul futuro della loro squadra del cuore preoccupati che, in mani sbagliate, possa fare la fine del Gallipoli 
 
L’Us Lecce è in vendita. Il colpo di scena annunciato in conferenza stampa lunedì scorso dal patron Giovanni Semeraro ha sorpreso l’intero Tacco d’Italia ed il popolo giallorosso sparso in Italia e nel mondo. Un evento giunto dopo una salvezza-miracolo in serie A nel derby del “San Nicola” di Bari dell’8 maggio. Addirittura nella scorsa settimana è giunta la conferenza stampa di Gigi De Canio, che ha divorziato dall’Us Lecce rinunciando agli altri due anni di contratto. Da qui poi la risposta, sempre in conferenza stampa, del presidente Pierandrea Semeraro accendendo la polemica con il tecnico lucano. Ed infine domenica scorsa è andata in scena la festa-salvezza dei giallorossi al Via del Mare nella serata finale di campionato contro la Lazio. 
Lunedì è giunta una autentica doccia fredda con Semeraro Senior, che ha annunciato emozionato: “È giunto il momento di passare la mano”, facendo riferimento alla gestione della sua famiglia nel club giallorosso. “La nostra gestione societaria entra oggi nel 17esimo anno -ha affermato l’ex banchiere salentino-. Siamo partiti dalla serie C1, nel 1994, riuscendo ad ottenere eccellenti risultati negli anni successivi: 6 campionati di serie B, 5 dei quali con promozione in serie A, e la prossima stagione sarà la decima in massima serie. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’enorme dispendio di energie umane e soprattutto finanziarie senza che alcun beneficio me ne sia venuto. Né io ho mai chiesto, al di là della gratificazione morale che consegue ai risultati sportivi. La nostra gestione è stata sempre improntata a trasparenza ed indipendenza in un sistema spesso, nel passato, condizionato da rapporti non corretti. E questo ci è costato non poco”.
Subito dopo l’annuncio shock: “Oggi è arrivato il momento di passare la mano. In tutti questi anni non ho condiviso le logiche di questo mondo, ma mi ha visto protagonista solo per l’amore che nutro per questa terra e per i colori giallorossi. Quest’amore mi è costato più di quanto avrei potuto prevedere nel lontano 1994. Già da tempo avevo espresso l’auspicio di condividere con altri imprenditori questa esperienza, ma non ho ricevuto alcun segnale in tal senso. Forse la mia presenza è stata ritenuta ingombrante”. 
E il patron ha aggiunto: “Ora annuncio, in via definitiva, la volontà mia e di tutta la famiglia di farci da parte. Lo faccio in questo momento in cui ci sono le condizioni ideali per un avvicendamento: la squadra è nella massima serie, con un collaudato modello gestionale, ricca di valori tecnici ed economici garantiti, appunto, dalla presenza in serie A, in un territorio in forte crescita turistica, non tralasciando le opportunità che la nuova legge sugli stadi potrà offrire. Naturalmente, per non disperdere questo patrimonio e per garantire la giusta continuità, privilegerò l’affidabilità degli interlocutori rispetto allo stesso valore economico della cessione”. 
Chiaro il riferimento alle recenti vicende avvenute sempre nel Salento con la promozione del Gallipoli in serie B, che ha visto l’uscita del parlamentare-petroliere Vincenzo Barba per l’ingresso dell’imprenditore immobiliare friulano Daniele D’Odorico. Una vicenda terminata con la retrocessione sportiva in C1, oltre al fallimento societario del club ionico per una partita trasferita dal campo ai tribunali. 
“In attesa di vagliare nei prossimi giorni eventuali manifestazioni di interesse -ha dichiarato Semeraro-, porteremo avanti l’ordinaria amministrazione della società e, contemporaneamente, valuteremo la migliore organizzazione da dare, senza la famiglia Semeraro. Eventuali contatti finalizzati alla cessione societaria potranno essere presi con l’avvocato Moroni, che affianca il nostro gruppo da circa 30 anni”. Poi il patron saluta: “Desidero ringraziare voi giornalisti, i presidenti che si sono succeduti alla guida del Club, l’amministratore delegato Fenucci, gli allenatori e i dirigenti. Un ringraziamento particolare va ai tifosi che, con il loro contributo, hanno partecipato all’amore per i colori giallorossi”. Per Semeraro pare giunto il tempo dei saluti. Ma in molti sperano in un ripensamento. C’è chi sogna un clamoroso dietrofront dopo i titoli di coda. Sarà il tempo a riscrivere la storia. 
 
 
Quale futuro per la squadra?
 
Mentre all’orizzonte si intravedono imprenditori come il Gruppo Veneto Banca pronti a investire sul club giallorosso, la società pensa anche ad un nuovo direttore sportivo e ai calciatori 
 
È il tempo delle trattative per la cessione dell’Us Lecce. Pare già avviato  il contatto tra la famiglia Semeraro ed il Gruppo Veneto Banca, che capeggia un gruppo di imprenditori del Nord. L’Istituto di credito si presenterebbe fortemente interessato alla società giallorossa. Tutto ciò crea un’inquietudine sul futuro per una parte della tifoseria. 
Una scena per certi versi registrata nel Salento due anni fa a Gallipoli, dopo la storica promozione in B. Allora il patron ionico Vincenzo Barba si sentiva solo, privo del sostegno dell’imprenditoria locale e senza la certezza di uno stadio idoneo ad ospitare la categoria. Così fu costretto a cedere la sua “creatura” ad imprenditori del Nord proprio in extremis ed a metà luglio. Ma è difficile che si possa ripetere quella situazione nella città del Barocco, visto che la situazione attuale è diversa, soprattutto sul piano dei profitti e delle categorie.
Il Lecce, infatti, è in serie A e la salvezza nella massima serie porterà profitti per circa 30 milioni di euro in ingresso per la prossima stagione. Se non ci dovessero essere proposte decenti e serietà da parte dei pretendenti al club, allora la famiglia Semeraro può decidere nell’auto-gestione del club affidandola ad un amministratore.
E poi non c’è da sottovalutare l’ipotesi della costruzione di un nuovo stadio a Lecce. Un impianto privato che in Italia ha visto la Juventus lanciare un progetto-pilota. Ma è chiaro che le strutture vanno a supportare dei progetti sportivi. Certamente la nascita di un impianto importante, oltre alla situazione di salute dei conti del club di via Templari, può davvero fare gola.
Mentre si attendono i risvolti sulla situazione societaria, il Lecce pare aver piazzato il proprio mirino su alcuni direttori sportivi e tecnici. Per il ruolo di direttore sportivo è in pole position Cristallini (Vicenza) su Osti (ex Atalanta). Per la panchina sono in lizza Di Carlo (ex calciatore del Lecce nella gestione Semeraro), in vantaggio su Atzori, Sannino, Montella, Giampaolo, Ventura e Zenga. Ed intanto c’è da valutare anche la situazione dell’amministratore delegato Claudio Fenucci, che sembra però destinato a far parte del nuovo progetto della Roma. 
Per quanto riguarda i calciatori ci sono da valutare le posizioni dei tre calciatori di un certo peso che sono a scadenza di contratto: Chevanton, Fabiano e Di Michele, anche se con quest’ultimo ci sarebbe già un’intesa di massima. Mentre per il mercato il club giallorosso ha da gestire due uomini-mercato: il portiere Antonio Rosati e l’algerino Djamel Mesbah. 
 
Pasquale Marzotta