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Il salvataggio della Villa Tamborino

Il patrimonio arboreo dell’antica tenuta dei Tamborino non sarà distrutto dai parassiti: il finanziamento regionale permetterà un recupero importante. Soddisfazione dell’assessore Giannotti: “L’Amministrazione ha avuto sempre a cuore la salvaguardia del parco”

 

Dopo poco più di tre anni il programma per il recupero e il salvataggio della Villa Tamborino è entrato nella fase operativa. L’Amministrazione comunale ha approvato, il 10 settembre scorso, la delibera n. 185 che delinea il “progetto esecutivo per il recupero del patrimonio arboreo, per un importo complessivo di 300mila euro”, che verrà realizzato grazie al contributo concesso dalla Regione Puglia.
L’allarme sulla condizione degli alberi del risale al 2006, quando il consigliere del Partito Democratico, Sabrina Balena, fu informata da cittadini del pericolo della caduta di rami e fronde. La sollecitazione ebbe la pronta risposta dell’amministrazione che verificò come il distacco delle propaggini e la distruzione di alcune parti dei tronchi fosse dovuta all’attacco di parassiti xilofagi e delle carie infestanti. L’impegno portato avanti dall’assessorato alla Pianificazione guidato da Franca Giannotti in accordo con l’Ufficio Tecnico del Comune ha fatto sì che fosse interessato l’Assessorato regionale all’Agricoltura allora guidato da Enzo Russo affinché ci fosse un intervento radicale e complessivo che da sola l’Amministrazione non avrebbe potuto sostenere. L’Osservatorio Fitosanitario Regionale diretto da Antonio Guario dopo vari sopralluoghi e l’ausilio di alcuni agronomi locali aveva individuato il responsabile, il parassita detto Cerambyx cedro o Grande capricorno, approntando quindi un piano di intervento articolato.
Dopo lo sblocco del finanziamento che in origine doveva essere di oltre 400mila euro, si sono definite le modalità operative: il supporto scientifico sarà realizzato dal Dipartimento di Progettazione e Gestione dei sistemi agro zootecnici e  forestali  dell’Università di Bari diretto da Giacomo Scarascia Mugnozza con cui verrà stipulata una convenzione. Subito dopo il censimento e la quantificazione delle diverse specie presenti si procederà al diradamento e alla razionalizzazione del sottobosco, atto imprescindibile per la fruizione del bene. Si proseguirà quindi all’estirpazione della piante con deficit statico mediante l’abbattimento di quelle secche o compromesse dalla tromba d’aria dell’autunno 2001 e di arbusti cresciuti su elementi di arredo. Si passerà quindi alla potatura ordinaria e straordinaria per aiutare in modo decisivo e insostituibile l’albero, stressato dalle condizioni urbane in cui è costretto a vivere. La potatura sarà caratterizzata da interventi di dendrochirirurgia per salvaguardare la struttura dei tronchi, conservare nel tempo la loro bellezza e la loro forma difendendoli dagli attacchi degli insetti litofagi  e degli agenti cariogeni, dai processi di disfacimento dei tessuti legnosi e dai fenomeni di compromissione della staticità delle branche che tendono a minare o a degenerare la struttura delle piante a livello statico. Quindi si passerà all’endoterapia consistente in iniezioni nei tronchi con prodotti specifici soprattutto per esemplari molto alti per cui risulta difficile agire.
“Presto la Villa Tamborino -commenta con soddisfazione l’assessore Giannotti- tornerà ad essere un bene a disposizione di tutta la città. L’Amministrazione ha lavorato con assiduità per la salvaguardia di un patrimonio arboreo che ha pochi eguali nelle altre province: ora, vinta la scommessa del recupero, procederemo a valorizzare gli spazi con attenzione e intelligenza”.