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Il Salento alza il livello di guardia

Scafisti, carrette del mare, traffici clandestini. E poi ancora sbarchi della speranza, centri di permanenza temporanea, ecc, ecc., ecc. Luoghi comuni, e non solo, per descrivere l’emergenza dell’immigrazione irregolare di quei tanti cittadini del Sud del mondo che giungono sulle coste ionico-salentine per sfuggire alla miseria e ad un destino crudele. Viaggiano per giorni interi in balia delle onde per lasciarsi alle spalle i guasti ed i pericoli di ex regimi malcelati da pseudo democrazie. Vanno incontro all’indefinito, ad un futuro ancora da scrivere e che sebbene buio e nero all’orizzonte potrebbe schiarire parvenze di salvezza. Dal marzo del 1991, dai tempi degli sbarchi albanesi in Puglia e nel Salento, il Tacco del Tacco è diventata terra di accoglienza, nuovo crocevia del Mediterraneo, luogo di approdo e di speranza. Sono cambiate nel frattempo le tipologie degli arrivi, e dopo quelli di massa ora è il tempo degli approdi clandestini viaggiando di nascosto nei camion trasportati sulle navi. È la nuova “frontiera” per eludere le sorveglianze intanto intensificate su questa come sull’altra sponda dell’Adriatico, e che fa capire come, del resto, il tempo dell’emergenza non sia mai finito.

 

Daniele Greco