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Gli ultimi dati in Italia

Secondo i recenti studi dell’agenzia europea Frontex, presentati la scorsa settimana a Roma, gli sbarchi clandestini dovrebbero diminuire del 20-25% rispetto allo scorso anno

 

Nonostante si registrino nuovi arrivi ormai quasi con cadenza quotidiana, solo un immigrato su cinque giunge nel nostro Paese con l’etichetta di clandestino. La nuova “frontiera” degli sbarchi irregolari in Italia riguarda le rotte provenienti dal nord Africa e dalla Libia in particolare, ma forte e consistente negli ultimi tempi rispetto allo scorso anno è la diminuzione dei casi di approdo illegale proprio dall’ex colonia italiana. L’inversione di tendenza rappresenta una prima positiva conseguenza dell’entrata in vigore (a partire dal 1° maggio del 2009) del trattato di cooperazione Italia-Libia. Nel periodo 1° maggio – 31 luglio 2009 i clandestini libici (o nordafricani in generale) approdati sulle italiche coste sono stati infatti 1.116, quasi un de¬cimo rispetto allo stesso peri¬odo dell’anno precedente, quando erano stati 10.116.
Estendendo il dato su tutto il territorio nazionale, l’immigrazione clandestina dunque potrebbe diminuire notevolmente rispetto al 2008. Nei primi tre mesi del 2009, rispetto al primo trimestre dello scorso anno, gli arrivi di clandestini in Italia sono scesi del 20% e dei 20.200 irregolari giunti nel Vecchio Continente, “appena” il 13% (2.586 unità in termini assoluti)  hanno “scelto” l’Italia. A diminuire sono stati soprattutto gli ingressi alle frontiere di terra ed aeroportuali, mentre gli arrivi via mare sono aumentati dell’8%. I clandestini che hanno soggiornato in Italia tra gennaio, febbraio e marzo 2009 sono stati in tutto 11.080, e secondo le previsioni ed i trend di questi ultimi mesi, così come risulta dai dati presentati la scorsa settimana a Roma in uno studio compiuto dall’agenzia europea Frontex, l’immigrazione clandestina potrebbe diminuire fino al 20-25%.
Due le cause che dovrebbero contribuire più di tutte ad attutire gli effetti del fenomeno: la crisi economica internazionale ed i respingimenti attuati in forma sempre più massiccia da molti Paesi dell’Unione Europea.

 

Daniele Greco