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Il dilemma delle aperture domenicali

I commercianti si oppongono alla proposta di Palazzo Carafa di tenere aperti i negozi la domenica

 

Il Comune di Lecce e i commercianti della città sono ai ferri corti. Motivo: il programma delle aperture domenicali degli esercizi commerciali per i restanti mesi del 2009. Di fronte alla proposta delle autorità comunali di estendere la possibilità di tenere aperti i negozi anche per le domeniche e i giorni festivi dei mesi di ottobre e novembre, i commercianti hanno storto il naso, facendo pervenire a Palazzo Carafa un comune dissenso per voce del responsabile cittadino di Confesercenti, Roberto Petrelli: “Noi siamo nettamente contrari. Ci sembra una decisione imposta e non concordata”.
Ma perché ha creato tanta acredine una soluzione che sulla carta dovrebbe fare contenti tutti? Da un lato, infatti, la città può giovarsi nei giorni festivi di un incremento nell’afflusso di turisti e visitatori, anche da zone limitrofe, attirati non solo da una bella passeggiata nel barocco di Lecce, ma anche dalla possibilità di fare shopping cittadino. Dall’altro, i negozianti potrebbero beneficiare di un’ulteriore giornata di guadagni e di questi tempi, si sa, un’occasione in più per far girare i consumi non è cosa da poco. La risposta a questa domanda la fornisce lo stesso Petrelli: “L’iniziativa del Comune finirà per favorire la grande distribuzione. I piccoli negozianti non hanno abbastanza dipendenti per affrontare una turnazione degli addetti anche nei giorni festivi”. Quindi le aperture domenicali, a detta della Confesercenti, finirebbero per dare il colpo di grazia al piccolo commercio, già di per sé in grosse difficoltà a reggere il peso del calo dei consumi e il confronto con le grandi catene commerciali.
Per parte sua, però, il Comune di Lecce non ha alcuna intenzione di fare dietrofront. Nel dettaglio, sfruttando l’articolo 18 della Legge regionale n. 11 del 2003, Palazzo Carafa vuol variare il calendario delle aperture domenicali per il 2009. Tale calendario, fissato con ordinanza sindacale 971 del 28 ottobre 2008, prevedeva aperture per una sola domenica al mese, oltre alle domeniche nel periodo da maggio a settembre e a quelle del mese di dicembre. Il buon esito delle aperture domenicali aveva spinto già una prima volta a variare il calendario, estendendo l’ordinanza ad altre domeniche tra gennaio ed aprile 2009. Ora il tentativo è quello di ampliare tale possibilità anche per i mesi di ottobre e novembre.
Il fatto che le ordinanze sindacali che stabilivano il calendario delle aperture sono state di recente impugnate dal Tar, in quanto costituivano “una barriera all’accesso al mercato e al suo libero funzionamento”, ha agevolato la linea di azione del Comune, che ora giustifica il provvedimento facendo appello, appunto, a principi di libera concorrenza e di pari opportunità per gli operatori economici.
L’assessore alle Attività produttive, Attilio Monosi, nei giorni scorsi ha fatto pervenire alle associazioni di categoria una lettera per richiedere ‘soltanto’ un parere riguardo le variazioni del calendario. Quest’atteggiamento ha contribuito a inasprire i rapporti con i rappresentanti di categoria, che si sono sentiti esclusi da qualsiasi decisione in merito alla questione: “L’Amministrazione comunale -sottolinea sempre lo stesso Petrelli- non ha saputo fare di meglio che inviarci una richiesta di parere, mentre, invece, sarebbe stata preferibile una convocazione. Inoltre, ci è stato comunicato che il nostro eventuale silenzio sarà ritenuto come un tacito assenso”. Una dimostrazione di superficialità nei metodi e nei contenuti da parte delle istituzioni comunali che sarà difficile da digerire per le associazioni di settore.  

 

Giorgio De Matteis