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I “No Tub” contro lo scarico delle acque reflue di Porto Cesareo

Il progetto di una condotta sottomarina a Torre Inserraglio, a cui il sindaco Risi ha espresso parere favorevole, scatena la protesta sul Web 
 
Una condotta sottomarina di un chilometro per scaricare nel mare neretino le acque reflue di Porto Cesareo: è ciò che potrebbe accadere nei prossimi mesi a Torre Inserraglio, a pochi passi dal Parco Naturale di Portoselvaggio. È nato in rete il gruppo “No Tub” (il nome fa  il verso ai “No Tav” della Val di Susa), che dice “no” allo sversamento in mare dei reflui fognanti cesarini e lancia l’idea di un “No Tub day”. 
Ad esprimere ferma contrarietà anche Legambiente, la lista civica Noi per Nardò, il Movimento Cinque Stelle ed il Comitato per la Tutela del Paesaggio. Il primo cittadino Marcello Risi si dichiara invece favorevole al progetto e spiega: “È così in tutte le località marine che intendono fare della tutela della costa e della sua balneabilità principi irrinunciabili. I reflui fognari non devono scaricare sulla battigia”. La condotta, per Risi, “consentirà di fare un altro passo in avanti sul terreno della tutela dell’ambiente, quella vera!”. Non solo: secondo il primo cittadino l’opera porterà “appalti per diversi milioni di euro”. Il sindaco tuttavia si dichiara aperto al confronto con il Comitato per la Tutela del Paesaggio ma precisa: “Le tubazioni da qualche parte dovranno passare. L’efficienza degli impianti sarà costantemente monitorata da tecnici di fiducia del nostro comune. Ma francamente faccio fatica a immaginare un territorio come il nostro senza una rete completa di fognatura nera”. 
Non la pensa così Massimo Vaglio, esperto in tematiche ambientali: “Il progetto è inutile e dannoso. Costerà 11 milioni di euro più l’enorme spesa di energia elettrica che occorre per azionare le pompe”. E a proposito di occupazione, Vaglio precisa: “Gli ambientalisti avevano suggerito delle soluzioni che avrebbero offerto ben maggiori possibilità di lavoro ed in più avrebbero valorizzato le acque reflue che da rifiuto sarebbero diventate una preziosa risorsa, con buona pace della balneabilità”. Comincia in rete l’ennesima battaglia ambientale della città. 
 
Stefano Manca