Il consigliere comunale di minoranza interviene sui temi scottanti della sanità a ridosso dell’approvazione del Piano di Rientro, che stabilirà il destino dell’ospedale di Poggiardo
In attesa di conoscere le sorti del ‘Pispico’, il consigliere comunale di minoranza Massimo Gravante (nella foto) esprime alcune pungenti considerazioni: “Al suo attuale ritmo di crescita, nel 2040 la spesa sanitaria sarà pari a quella pensionistica. A ciò si aggiunga il fatto che l’Italia investe solo il 9% sulla sanità, cifra che penalizzerà la Puglia a causa dell’imminente federalismo. La crisi della sanità regionale deve essere imputata anche al momento in cui le Asl sono diventate ‘aziende’, privilegiando da allora l’ottenimento del budget, da conquistarsi secondo criteri quantitativi e non qualitativi secondo il servizio offerto”.
Una situazione che rispecchierebbe quanto accade a Poggiardo: “Tutta colpa di una governance amministrativa, politica, gestionale e tecnica molto debole e che nel tempo non è stata in grado di percepire i cambiamenti; il lento declino dell’ospedale inizia nel 1983 circa con la chiusura del reparto di Rianimazione e continua con le nomine di primari e direttori sanitari a scavalco. E ancora oggi si lotta per i ricoveri che hanno invece raggiunto un costo eccessivo, mentre la medicina si è estesa al Day Hospital, Day Service, Day Surgery; oggi è possibile, ad esempio, intervenire chirurgicamente sull’ipertrofia prostatica in giornata con un laser innovativo e i nostri stessi cittadini ricevono prestazioni in regime ambulatoriale anche fuori regione. Il Piano di Rientro va quindi visto in ottica moderna”.
Gravante non è quindi contrario alla chiusura dei reparti, a condizione che si attivi “un’efficiente e moderna Casa Della Salute” e ricorda che “tutto iniziò quando il Pal del 2008, che prevedeva standard di posti letto più alti, venne bloccato a fine 2009 dall’intesa Stato-Regioni la quale, seguendo la Finanziaria Tremonti, decise una riduzione fino a 4 posti letto ogni mille abitanti. Una scelta obbligata quindi che non appartiene esclusivamente alla Regione”. Gravante ha partecipato alla riunione dello scorso 5 gennaio convocata dal sindaco Astore nella quale “dovevano essere formulate delle proposte per salvare l’ospedale, ma invece si è deciso di ricorrere ad uno sterile (per quanto legittimo) ricorso al Tar. Una scelta di cui ho sottolineato l’inadeguatezza e che ha trovato il favore di gran parte dei presenti”.
Alessandro Chizzini