Cerca

“Gli ulivi malati dovranno essere abbattuti”

Il Comitato Fitosanitario Nazionale ha annunciato l’esito di una delicata riunione: le piante malate nell’area ionica del Salento non possono essere salvate e vanno quindi eliminate  

 

La notizia arriva direttamente dal Comitato Fitosanitario Nazionale, operante presso il Ministero delle Risorse agricole, che si è riunito a Roma il 22 ottobre scorso per affrontare il tema della malattia degli ulivi salentini. Non esistono ad oggi medicinali da iniettare nei rami degli alberi e salvarli: pertanto le piante malate andranno abbattute. Questo il terribile esito di quella riunione, alla quale erano presenti anche i responsabili del Cnr di Bari. 

È la prima volta che in Europa si verifica una situazione simile. Già nei giorni precedenti in una nota diffusa nei giorni scorsi da Antonio Guario, dirigente regionale dell’Osservatorio Fitosanitario, era quasi “anticipata” la drastica soluzione da intraprendere, che adesso prende la forma dell’ufficialità. Veniva infatti spiegato in quella nota che a breve sarebbero state definite con precisione le aree che ospitano gli ulivi contagiati, aggiungendo di non spostare nel frattempo “il materiale vegetale vivo infetto”. 

Oggi lo scenario è quindi dei più desolanti e tristi: lasciare lì gli alberi malati, tra chiome rinsecchite e ormai prive di vita, poiché spostandoli ci sarebbe il rischio altissimo che le piante sane -non solo di ulivo- possano entrare in contatto con il batterio. Già, il batterio. È proprio lui la causa della “strage” di ulivi nel nostro territorio. Si chiama Xylella Fastidiosa e sta mettendo a rischio la vita degli alberi più rappresentativi e maestosi di questa terra. Una mattanza in pochi mesi. Le aree al momento più colpite si trovano nell’arco ionico: ottomila ettari tra Alezio, Alliste, Gallipoli, Matino, Melissano, Parabita, Racale, Taviano, Ugento. 

Ora si attende solo l’atto formale-burocratico che dia il via all’abbattimento delle piante malate. “L’Area Politiche dello Sviluppo rurale -ha spiegato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni nei giorni scorsi- ha predisposto gli atti amministrativi per adottare tutte le misure necessarie per affrontare l’emergenza fitosanitaria ed evitare l’ulteriore diffusione. Abbiamo già avviato il protocollo di comunicazione istituzionale al Ministero dell’Agricoltura e alla Commissione europea previsto dalla normativa vigente in caso di epidemia fitosanitaria”. 

 

Italia Nostra avverte: “Attenzione alle importazioni di piante dall’estero”

 

Per Marcello Seclì, presidente della sezione Sud Salento di Italia Nostra, “le cause di questo problema si ipotizza siano collegate ad un insetto importato dall’estero attraverso il traffico di piante. Questo ci deve far riflettere sulle modalità con cui si svolge, in maniera  incontrollata e massiccia, il trasporto internazionale di essenze vegetali”. Proprio negli anni ’90 la stessa Italia Nostra denunciò la diffusione nel Salento di piantagioni di palmizi. “Tra l’altro in questi ultimi tempi -prosegue Seclì- patologie simili hanno interessato nel Salento anche altre essenze arboree (come alcuni boschi di lecci a Castro e Tiggiano), dove si è dovuto intervenire, come per i palmizi, con provvedimenti drastici. Intendiamo proporre a Comuni, Provincia e Regione l’adozione di provvedimenti per chiedere al Governo il riconoscimento dello stato di calamità ed ogni altra iniziativa per salvare gli ulivi del Salento, non solo dal batterio ma da ogni attività nociva (improprie pratiche agricole, incontrollata espansione urbanistica, apertura di nuove cave, realizzazione di infrastrutture devastanti)”. 

Il vicepresidente della Confederazione Produttori Agricoltori di Puglia, Fabio Ingrosso, si augura invece che questa vicenda non danneggi l’economia locale: “Il batterio -ha dichiarato- non inficia la bontà dell’olio prodotto. Perciò raccomandiamo di evitare inutili allarmismi per fare in modo che al danno subito dagli uliveti, non si aggiunga la beffa della contrazione delle vendite di olio. Suggeriamo -conclude Ingrosso- una immediata campagna di comunicazione che spieghi al cittadino che l’olio salentino è e rimane di ottima qualità”.

 

Stefano Manca