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“Gli agricoltori potrebbero essere autosufficienti, producendo il biocarburante per i propri macchinari”

L’OPINIONE DELL’AGRICOLTORE 

Vincenzo Netti, giovane agricoltore di Putignano, ci ha racconta la sua personale battaglia per la produzione “fai da te” di olio di colza 
 
Nella sua Putignano Vincenzo Netti, 34enne presidente regionale dei giovani agricoltori della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), ha rilevato alcuni anni fa l’azienda agricola di famiglia ed ora ha un sogno: sperimentare nuove tecnologie per ricavare dalla coltivazione della colza carburante ecologico in modo da alimentare trattori, mietitrebbie e altri mezzi agricoli. 
Signor Netti, come è nata l’idea di produrre biocarburante?
Da una passione per la tecnica e per le rinnovabili. Ho sempre avuto curiosità verso le nuove tecnologie, anche se poi faccio l’agricoltore. Sono stato tra i primi in Puglia a sperimentare eolico e fotovoltaico. Poi ho cominciato a produrre piccoli quantitativi di olio di colza.
Quali sono i vantaggi economici derivati dall’utilizzo di questo combustibile?
I costi per un litro di olio di colza si abbattono della metà rispetto ai prezzi dei distributori di gasolio. Tra l’altro sul piano agronomico e tecnico produrre biocarburante è semplicissimo. 
Dov’è quindi il problema?
Nelle normative, nazionali ed europee. L’iter europeo si è concluso solo un anno fa, dopo 10 anni di battaglie e richieste. 
E in Italia?
Per far sì che gli agricoltori possano utilizzare in legalità questo combustibile in Italia occorre che l’Agenzia delle dogane, sulla base delle indicazioni europee, fissi i decreti attuativi con chiarezza al fine di avere esenzioni, accise, ecc. Purtroppo da un anno questo percorso è bloccato.
Come mai?
Temiamo ci sia troppo lassismo da parte delle istituzioni italiane. Mala politica e mala amministrazione: ed ecco che tutto rimane come prima!
Questo lassismo incide quindi anche sulla vostra, di economia?
Sì. Chi come me ha investito e rischiato in prima persona anche sulle proprie macchine, sforzandosi per salvaguardare la propria economia, si trovai in una terra di mezzo, senza lo strumento pratico da mettere in campo. 
Dal punto di vista ambientale cosa cambierebbe?
Le emissioni di Co2  provocate dalla combustione di questi oli vegetali sono a ciclo zero, in quanto la Co2 immessa in ambienta viene recuperata dalle piantagioni di colza. Diciamo che in una tabella dei vantaggi e degli svantaggi, il rapporto è di 90 a 10. 
Qual è la posizione della Confederazione Italiana Agricoltori in merito a questa decisione?
La Comunità Europea aveva previsto da qui al 2020 l’uso di olio vegetale puro per miscelarlo col diesel. L’obiettivo era di “stare dentro” ai parametri del Protocollo di Kyoto, riducendo così l’inquinamento atmosferico e arrivando a produrre entro il 2020 il 10% di combustibile vegetale. Poi però con la crisi economica la Comunità Europea ha fatto marcia indietro, stoppando gli incentivi. Adesso l’obiettivo prefissato del 10% non supererà il 5%. Questa decisione farà rilassare ancora di più il legislatore italiano… Per me personalmente è una notizia non buona.
 
(S.M.)