Il 25 giugno i leccesi ritorneranno alle urne per scegliere, in via definitiva, il loro nuovo sindaco. Tra tante incognite (legate soprattutto alla predominanza dei consiglieri di centrodestra) Alessandro Delli Noci è diventato il vero ago della bilancia
Sarà quindi il ballottaggio a decidere chi guiderà Lecce per i prossimi cinque anni, a contendersi la poltrona più importante di Palazzo Carafa, saranno infatti il candidato del centrodestra Mauro Giliberti (45,22% dei consensi), appoggiato da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord, Direzione Italia di Raffaele Fitto e altre quattro liste civiche, e quello del centrosinistra, Carlo Salvemini(28,97%), sostenuto dal Partito Democratico e da altre cinque liste civiche.
Al giornalista non è riuscito l’exploit di vincere al primo turno così come avvenuto nelle ultime due tornate elettorali a Paolo Perrone. I 23.559 voti ricevuti, contro i 15.092 di Salvemini, lo costringono ad un ballottaggio incerto, in cui ago della bilancia, come previsto, sarà Alessandro Delli Noci che ha conseguito un lusinghiero 16,90 % e 8.807 preferenze.
Certamente sotto le aspettative il risultato del M5S, che con il suo candidato sindaco Fabio Valente ha ottenuto il 6,33 %, in linea con il quadro nazionale ma non per questo meno deludente, nettamente distanziati, poi Luca Ruberti (1,53 %), con Lecce Bene Comune, e Matteo Centonze (1.02 %) con CasaPound Italia.
Ventidue anni dopo sarà pertanto un altro Salvemini (all’epoca c’era Stefano, il padre di Carlo) a contendersi al secondo turno il ruolo di primo cittadino. Lo scenario è sicuramente diverso rispetto al 1995, in cui Salvemini padre si affermò su Francesco Faggiano; il centro destra ha dimostrato, malgrado tutto, di essere ancora solido, in scia con la tradizione che fanno di Lecce una sua roccaforte. Tuttavia, il ballottaggio può riservare pericolose incognite per Giliberti. Se, infatti, pare evidente che molti dei quasi 9mila voti di Delli Noci siano stati sottratti al centrodestra impedendone probabilmente un’affermazione al primo turno, occorrerà capire da qui al 25 giugno come si indirizzeranno i suoi consensi, se, cioè, vi sarà una convergenza verso un unico candidato, verosimilmente Salvemini, o una dispersione.
Incertezza che, in un certo modo, riguarda anche i 3.298 elettori di Valente così come gli 801 di Ruberti e i 535 di Centonze. Assolutamente non trascurabili considerando l’equilibrio che si prospetta qualora Delli Noci decida di appoggiare Salvemini.
Dato interessante, è il fatto che si conosce già la vittoria delle liste che hanno appoggiato uno dei due candidati, le liste collegate al candidato Mauro Giliberti, infatti, si attestano tra il 51% e il 52% con la conseguente predominanza dei consiglieri di centrodestra. In caso pertanto di successo al ballottaggio, Salvemini si troverebbe in una situazione non facile non avendo la maggioranza nel Consiglio comunale. Circostanza rara ma resa possibile dal sistema del voto disgiunto che dà all’elettore la possibilità di scegliere un candidato Sindaco ma anche contemporaneamente una lista che al candidato non è collegata. Meccanismo discutibile in vigore per le votazioni a lista aperta in Svizzera e in Lussemburgo, in alcuni Land tedeschi per le elezioni locali e in Francia per le elezioni comunali per i soli comuni con meno di mille abitanti.
Pasquale De Santis