Se da un lato l’Università degli Studi del Salento può festeggiare l’istituzione del corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria, ecco che nello stesso tempo si presenta l’altra faccia della medaglia, rappresentata dalla tanto decantata Facoltà di Medicina, tornata recentemente agli onori della cronaca per l’ennesima possibilità di ingresso in Ateneo. Sono più di cinque anni che si discute della sua possibile istituzione, che hanno dato vita a scontri e polemiche soprattutto di natura politica.
Ora è l’Unione degli Universitari (Udu) di Lecce a intervenire nel merito dichiarando, come peraltro già fatto in passato, la propria contrarietà all’eventuale apertura della Facoltà di Medicina presso l’Università del Salento. L’Unione degli studenti spiega la propria presa di posizione evidenziando le notevoli difficoltà economiche, finanziarie e logistiche sofferte dall’ateneo. Ciò che poi rende più perplessi i membri dell’Udu è l’aumento del 3,7% degli stipendi dei docenti previsto dall’Istat, ma non dal bilancio di previsione e che creerebbe un buco di circa 1 milione e 800mila euro. Secondo l’Udu, l’attivazione della Facoltà di Medicina non farebbe che peggiorare questa situazione di deficit e nemmeno il contributo di finanziamenti esterni servirebbero a molto, perché i costi di gestione sarebbero comunque insostenibili. La strada intrapresa dall’Università non fa ben sperare gli studenti; infatti, lo scorso maggio si è giunti all’acquisizione del Principe Umberto e non è per nulla esclusa la possibilità di fare lo stesso con la sede dismessa del Banco di Napoli. Da questo punto di vista l’Udu lamenta uno sperpero di denaro a fronte di particolari emergenze strutturali, quali la ristrutturazione della sede dei Salesiani e del Convitto Palmieri, l’attivazione del laboratorio del Dipartimento Scienze e Tecniche Biologiche e Ambientali e la scarsa efficienza di biblioteche e segreterie. (A. C.)