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E il “caso-Frisullo” contaminò la contesa elettorale per la Regione

Le reazioni alla notizia dell’arresto di Frisullo hanno finito per condizionare gli ultimi giorni di una campagna elettorale combattuta e serrata. Ecco alcune dichiarazioni finite nel calderone dell’agone politico

 
La prima dichiarazione diffusa dopo l’arresto di Frisullo è stata quella del governatore di Puglia Nichi Vendola. “È come se fossi al cinema, vedo un film che mi lascia in apnea -aveva dichiarato il leader nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà a Repubblica-. Il rapporto tra il presidente e i suoi assessori è costruito sulla base della fiducia, della totale lealtà innanzitutto nelle istituzioni. Parliamo comunque di cose da verificare. Non prendiamo tutto per oro colato. Un attimo dopo la prima fuga di notizia ho avuto la percezione di un dolore insopportabile. Certo è stato un momento difficile e duro. Frisullo, un’estate fa, non aveva avuto nemmeno un avviso di garanzia, ma io decisi di rompere il ‘giocattolo’ della Giunta. Ritengo di aver avuto un comportamento limpido”.
“Come non abbiamo favorito alcuno sciacallaggio sulle vicende giudiziarie che hanno riguardato la sanità pugliese dal 2001 al 2005 -ha detto invece Adriana Poli Bortone- così non facciamo sciacallaggio oggi relativamente a ciò che è successo negli ultimi cinque anni. Tuttavia, non possiamo non chiedere che sia fatta chiarezza quanto prima e siano poste la basi per una inversione di rotta e una bonifica del settore. Quello che emerge dalle inchieste -ha aggiunto la senatrice, candidata alla presidenza della Regione- sono vicende dolorose per i cittadini pugliesi, che si aspettavano e si aspettano servizi efficienti e tagli agli sperperi, e invece leggono sui giornali di come vengono gestite le risorse pubbliche e le nomine. Come cittadina -ha concluso la Poli Bortone- mi rifiuto di pensare che la giustizia metta in atto interventi a orologeria e come politico auspico che ci sia sempre rispetto per le istituzioni e soprattutto per la giustizia. Se i cittadini che già non hanno fiducia nei partiti, dovessero non avere fiducia nemmeno nella giustizia significherebbe che li abbiamo consegnato alla disperazione”.
“Le manette non ci fanno mai piacere, di chiunque siano i polsi ai quali scattano, specie se in campagna elettorale. Siamo garantisti e lo rimaniamo anche nei confronti di esponenti della nostra controparte politica”, è quanto ha riferito dal suo canto Rocco Palese. “Per 5 anni abbiamo denunciato politicamente in Consiglio Regionale e in ogni sede le migliaia di opacità della gestione Vendola”. 
E se Massimo D’Alema “non commenta” l’arresto di Frisullo, il ministro Raffaele Fitto non esprime giudizi nel merito perché, afferma il responsabile del dicastero dei Rapporti con le Regioni, “non conosco le carte”. Ma poi aggiunge: “Noi esprimiamo un giudizio durissimo sulla gestione di questi cinque anni, al netto delle responsabilità penali che saranno verificate, evidenziando come in passato, fino a poco tempo fa, Vendola ha provato ad ergersi come moralista su questi temi”. “Io capisco che le eventuali responsabilità di uno non possono ricadere su Vendola dal punto di vista legale e penale, ma sul profilo politico sì“, è stato il parere dell’onorevole Pierferdinando Casini, leader dell’Udc .
Solidarietà a Frisullo è stata invece espressa da Salvatore Capone, segretario provinciale del Pd: “È con un forte stupore che abbiamo appreso la notizia dell’arresto di Sandro Frisullo. Abbiamo sempre avuto e confermiamo rispetto e fiducia nei confronti del lavoro della magistratura. Desta qualche perplessità, tuttavia, la delicatezza oggettiva del momento in cui questi eventi si verificano. Eventi riguardanti indagini che vanno avanti da mesi e mesi, ma che producono effetti solo a pochi giorni dalle elezioni regionali. Stupisce anche il ricorso a provvedimenti restrittivi di tale portata -conclude Capone- ma confidiamo pienamente nell’operato della Magistratura”.
 
Daniele Greco