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Donne in campo

A detta della Consigliera di Parità Alessia Ferreri, che nei giorni scorsi ha presentato la ricerca “Donne e agricoltura in provincia di Lecce”, servono ancora più tutele e incentivi per le imprenditrici e le lavoratrici salentine. Con una certezza: le donne in agricoltura ci sono e vogliono esserci sempre di più  

 

Non solo fotovoltaico selvaggio, pesticidi e Xylella fastidiosa. Se è vero che negli ultimi tempi (crisi economica a parte) il comparto agricolo in provincia di Lecce è stato sotto la lente d’ingrandimento per fatti ne hanno messo in discussione più volte la legittimità, è anche vero che rimane uno dei settori trainanti per l’economia del nostro territorio, come confermato dall’ultimo Censimento dell’Agricoltura. E i numeri parlano chiaro: la superficie utilizzata dalle aziende agricole del Salento (sono 71.060 quelle censite, corrispondenti al 26,1% del totale regionale e al 4,4% del totale nazionale) è il 54,2% dell’intera superficie territoriale provinciale. 

Ma ai numeri occorre necessariamente affiancare un’analisi di tipo più prettamente qualitativo e che riguarda più strettamente l’evoluzione che da alcuni anni sta interessando il settore nella direzione non solo della produzione e della trasformazione dei prodotti delle campagne ma anche nell’attenzione nei riguardi della preservazione del paesaggio e dell’ambiente naturale, attraverso anche l’utilizzo di tecnologie di miglioramento qualitativo della produzione, investimenti nel turismo e nello sviluppo sostenibile. Senza contare che, come trattato più volte sulle pagine di questo periodico, l’agricoltura nel nostro territorio è l’unico settore che, in controtendenza rispetto ad altri, ha incremento il numero di posti di lavoro e che continuamente richiede manodopera specializzata. 

Un dato emerge con forza: la significativa presenza di donne impegnate a vario livello nel lavoro dei campi, che si attesta intorno al 41,2%, percentuale più alta rispetto alla media pugliese (36%) e nazionale (37,1%). La presenza femminile nel settore dell’agricoltura deve essere necessariamente considerata una risorsa per un settore chiamato a confrontarsi con nuove sfide. Non più solo “fimmene ca sciati allu tabaccu”, dunque. In particolare, dalla metà degli anni ’90 le donne hanno dimostrato un rinnovato impegno, dimostrandosi molto attive nel migliorare la qualità del loro lavoro e delle aziende che conducono, al pari (se non meglio, in molti casi) dei loro colleghi uomini.

In questo contesto si inserisce l’indagine “Donne e agricoltura in provincia di Lecce. Disparità, discriminazioni, e tutele delle lavoratrici e delle imprenditrici”, promossa dalla Consigliera di Parità della Provincia di Lecce e finalizzata a delineare il profilo delle donne salentine impegnate nel settore agricolo (in qualità di semplici lavoratrici e di titolari e/o socie di aziende agricole). La ricerca, condotta da ricercatori dell’Università del Salento attraverso la somministrazione di questionari, è volta a evidenziare punti critici o eccellenze al fine di  individuare e suggerire alle istituzioni possibili spunti di miglioramento, in un’ottica di pari opportunità e valorizzazione della differenza di genere, delle politiche occupazionali, retributive e di conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

I risultati della ricerca sono stati presentati venerdì 28 febbraio presso il Castello Carlo V nel corso di un convegno patrocinato da Comune di Lecce, Ordine degli avvocati di Lecce, Ordine dei consulenti del lavoro di Lecce, in collaborazione con Coldiretti, Cia, Copagri, Ugl, Cisl,Cgil, Uil. 

 

Alessia Ferreri: “Mancano tutele adeguate, ma le donne in agricoltura vogliono sempre più emergere”

 

“Abbiamo svolto questa indagine per fotografare la situazione nel comparto agricolo a Lecce e provincia, indagando su un aspetto in particolare: quello delle donne salentine impegnate in questo settore. Il nostro obiettivo era di individuare discriminazioni e disparità, ma anche situazioni di eccellenza”. Così Alessia Ferreri, Consigliera per le Pari opportunità della Provincia di Lecce, spiega la scelta di puntare su questo studio, presentato durante il convegno “Donne e Agricoltura in Provincia di Lecce”, tenutosi il 28 febbraio scorso al Castello Carlo V di Lecce. 

Il primo elemento che l’avvocato Ferreri sottolinea è quello delle paghe delle lavoratrici: “Persistono tuttora notevoli differenziali retributivi tra uomini e donne. Addirittura registriamo l’assenza di un’adeguata normativa in ambiti come assistenza e previdenza”. Ma nelle imprese guidate da donne, si fa sempre più strada un vero e proprio modello d’impresa al femminile, anche se “tali aziende lamentano -sottolinea la Ferreri- difficoltà di accesso al credito e mancanza di sostegno e agevolazioni”. 

Esistono poi problematiche che accomunano imprenditrici e dipendenti. Una prima critica viene mossa a causa della mancanza di un sistema di welfare aziendale. “Sia chi guida l’impresa che le lavoratrici -prosegue la Ferreri- riscontrano la carenza di strutture di conciliazione (nidi aziendali, doposcuola, ecc.). Non mancano poi pregiudizi di genere sui luoghi di lavoro, per entrambe le categorie. Questo rappresenta un problema per quanto riguarda l’ascesa delle donne nel settore dell’agricoltura”. 

Un dato felice emerso da questo studio attiene invece alla formazione: “Esiste la voglia di continuare a formarsi. Le imprenditrici -spiega la Consigliera di Parità- sono quasi tutte laureate ma manifestano il desiderio di specializzarsi nel settore gestionale-manageriale. Inoltre le lavoratrici, che nella stragrande maggioranza dei casi hanno conseguito solo la licenza media, esprimono la volontà di proseguire gli studi”. 

Quello delle donne impegnate in agricoltura, pur tra luci e ombre, risulta quindi essere un settore molto vivace nel nostro territorio. Un dato su tutti, che ritroviamo nell’ultimo “Censimento Agricoltura” dell’Istat: la manodopera femminile in provincia di Lecce è oltre il 41%, quasi cinque punti in più rispetto alla media regionale e nazionale, che si attesta attorno al 36-37%. Sulle “quote rosa” in agricoltura il Salento ha fatto scuola.

 

Stefano Manca