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Dario Muci canta il “suo” Sud in Sulu

Nuovo lavoro discografico per l’artista salentino che dopo l’esperienza etno jazz di Mandatari ritorna al suo vecchio amore, la tradizione musicale del Meridione d’Italia 
 
Dopo l’esperienza di sperimentazione con l’etno jazz di Mandatari, Dario Muci ritorna con un nuovo ed appassionante lavoro, e sceglie qui uno stile acustico, che riscopre la sua vecchia passione per la tradizione musicale del meridione d’Italia. Questo è Sulu, cd che racconta il Sud, ma che non disdegna di aprire ampie parentesi che quasi in punta di piedi tessono e sottolineano spunti di blues e di jazz. L’amore profondo per la terra in cui vive da sempre rende Dario Muci sensibile verso la “faccia scura” del Sud, ed in particolare del Salento. Quella terra che, come lo stesso artista afferma “è lontana dalle Bandiere Blu e dall’edonismo estivo, quella dei mali eterni e irrisolti, a cui se ne aggiungono di nuovi come le difficili condizioni dei migranti”. E proprio la sofferenza che ne scaturisce lo spinge a denunciare “le sue spiagge libere che appartengono ai privati del Sud / le terre abbandonate, le coste deturpate dal cemento / e le facili concessioni con i permessi dello Stato”. 
Quello di Muci per Sulu è quasi un impegno sociale. Un dovere che lo spinge a comporre brani che sono dichiarazioni d’amore per una terra di confine (ascoltasi Il mio Sud e Tre doni, per esempio) e che porta l’artista salentino a reinterpretare alcuni classici della canzone di denuncia, sia tradizionali (Canto di carcere e L’America), sia d’autore (Quistione meridionale, della fervida intellettuale salentina Rina Durante, La ballata de li porci e Soccu vonnu del cantautore siciliano Pino Veneziano). E Sulu è accompagnato da un libretto di 45 pagine dove studiosi, musicisti, scrittori, gli editori del progetto e l’autore intervengono sulla cultura popolare salentina. 
Sono due le realtà editoriali salentine che collaborano alla pubblicazione del cd di Muci. La prima è l’etichetta indipendente AnimaMundi, proiettata verso il presente della tradizione e impegnata a perpetuarla nella modernità, in equilibrio tra musica popolare e world music (con in catalogo alcuni tra i più importanti artisti pugliesi, come Officina Zoè, Ghetonìa, Tonino Zurlo, Mascarimirì, Enza Pagliara, Anna Cinzia Villani, Raffaella Aprile, Insintesi, Rossella Piccinno), mentre la seconda è la casa editrice Kurumuny, che documenta e ripropone i tesori della cultura popolare attraverso un vasto repertorio di studi, racconti, documentari, poesie e canti dei portatori della musica salentina (affidandosi soprattutto alle opere di Ernesto de Martino, Antonio Verri, Cecilia Mangini, Gianfranco Mingozzi, Rossella Piccinno ed Uccio Bandello).
Nove i brani inseriti nella track list di Sulu: Tre doni; La ballata di li porci; Quistione meridionale; Lu tristu furese; Soccu vonnu; Canto di carcere; Il mio Sud; L’America e Jundulu di mare. Con Dario Muci (voce e chitarra) suonano e cantano Valerio Daniele (chitarra acustica ed elettrica, tar, kazoo, glockenspiel), Rocco Nigro (fisarmonica), Emanuele Licci (chitarra classica, voce), Raffaella Aprile (voce), Marco Bardoscia (contrabbasso), Fiore Benigni (organetto), Mauro Semeraro (mandolino), Paolo Rocca (clarinetto, clarinetto basso), Marco Tuma (armonica) ed Angela Cosi (arpa), e si registrano anche gli “interventi” in voce di Eugenio Imbriani, Antonio Errico, Luigi Chiriatti, Sabrina Chiarelli, Umberto Leone, Valerio Daniele  dello stesso Dario Muci. 
 
Daniele Greco