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Cretì: “Il rilascio delle autorizzazioni? Un atto dovuto”

Getta acqua sul fuoco il sindaco di Santa Cesarea commentando il sit-in di protesta di sabato scorso e le polemiche sui lavori a Porto Miggiano. E sottolinea la buona fede della sua amministrazione 
 
Il sit-in dello scorso sabato sembra non aver minimamente intaccato l’umore del sindaco di Santa Cesarea Terme, Daniele Cretì. Fermo sulle sue idee, il primo cittadino della località costiera riprende le considerazioni rilasciateci la scorsa settimana: secondo il suo parere, si tratta di manifestazioni di protesta che non hanno ragione di esistere perché i procedimenti attuati non hanno in alcun modo infranto leggi e regolamenti.
Sindaco Cretì, il sit-in di protesta contro gli interventi di edilizia a Porto Miggiano ha coinvolto ben 300 persone e il Comitato nato su Facebook aumenta esponenzialmente i suoi membri giorno dopo giorno. Questi dati sembrano esprimere il parere dell’opinione pubblica. È d’accordo?
No, sinceramente non sono d’accordo. Una manifestazione condotta da 300 persone può sembrare impressionante, ma ho contatti con diverse istituzioni, personalità, nonché con molti cittadini che invece rappresentano idee opposte rispetto a quelle del Comitato. Mi è stato anche proposto di intervenire in prima persona all’interno di una sorta di ‘contro-protesta’, ma in questi casi la mia priorità è quella di non arrivare ad uno scontro che non porterebbe da nessuna parte. Resta comunque la libertà di ognuno di manifestare le proprie idee come crede ed eventualmente cercare di far valere i propri diritti nei limiti della legge. Sono però altrettanto convinto che questi sit-in di protesta lasciano il tempo che trovano.
Lei ha più volte ripetuto che, come avallato da diversi gradi di giudizio, i procedimenti messi in atto hanno rispettato la legge. È però soddisfatto di come si stia pian piano trasformando la fisionomia di Porto Miggiano?
Anch’io vorrei vedere un paesaggio, un ambiente diverso da quello che sta nascendo. Giudici e tribunali hanno dimostrato però che sono stati rispettati leggi e vincoli del Piano regolatore. Di fronte a questa situazione, il rilascio del permesso a costruire da parte del Comune è un atto dovuto, altrimenti si andrebbe incontro a un abuso d’ufficio. Non si dimentichi poi che le zone oggetto dei lavori non rientrano nel Parco Otranto – S. Maria di Leuca e la Regione ha escluso le previsioni degli strumenti urbanistici dal Parco. Si consideri infine che, con l’attuale crisi economica, è una fortuna avere dei privati disposti a investire sul territorio. Occorre solo studiare le loro richieste e trovare i giusti equilibri: vincoli, rispetto ambientale e normativa vigente.
Non si può in alcun modo intervenire, ad oggi, sullo strumento urbanistico?
Al momento, purtroppo, è impossibile. Interverrei subito in merito, ma mancano i fondi economico-finanziari per l’approvazione di un nuovo Pug e si parla di centinaia di migliaia di euro. Solo con un finanziamento regionale potremo rivedere questo strumento urbanistico, il quale non toglierebbe comunque i diritti edificatori concessi ai privati, semmai li sposterebbe nel tempo con gli accordi della perequazione urbanistica. Sia chiaro però che, come ho già avuto modo di dimostrare, sarò il primo ad intervenire a difesa del territorio se dovessi percepire negli investitori fini diversi dallo sviluppo ordinato e dal rispetto dei vincoli. Posso però anche garantire che la nostra Amministrazione comunale e i nostri Uffici tecnici hanno la coscienza pulita, e che non esiste nessun tipo di collusione. 
 
Alessandro Chizzini