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“Costretti a lavorare in condizioni vergognose”

Ennesima denuncia dell’Osapp, il sindacato di Polizia penitenziaria, sulla realtà del carcere di Borgo San Nicola 
 
Punto e a capo. Passano proteste, manifestazioni, scioperi e denunce, ma la situazione delle carceri italiane rimane sempre la stessa, ovvero di assoluta emergenza. Un’emergenza causata principalmente da un insostenibile sovraffollamento di detenuti, tale da compromettere la dignità umana di chi nelle carceri ci vive e le condizioni lavorative di chi invece vi svolge la sua professione. Da questo punto di vista, il carcere di Borgo San Nicola a Lecce ne è un esempio emblematico. Una popolazione di ormai 1.360 detenuti a fronte di una capienza inferiore del 50%. Dati che richiamano su bassa scala quelli di tutta la Puglia, con oltre 4mila detenuti stipati in carceri che ne potrebbero contenere al massimo 2mila. 
Stanchi di promesse puntualmente non mantenute e di soluzioni che rimangono sempre e solo sulla carta, i sindacati di categoria proprio in questi giorni hanno deciso di formalizzare un ulteriore protesta. Così l’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria) ha nuovamente deciso di dichiarare lo stato di agitazione e la rottura delle trattative con i quadri dirigenti. Della situazione del carcere di Lecce e del nuovo stato di agitazione ne ha parlato il segretario generale dell’Osapp Puglia, Domenico Mastrulli: “A Lecce ho ispezionato personalmente la struttura e posso affermare che i detenuti e gli agenti di Polizia penitenziaria sono costretti a vivere e operare in condizioni vergognose”. Tanto da convincere il segretario a effettuare una segnalazione al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bari, che a breve invierà a Lecce in ispezione ingegneri ed esperti per valutare la situazione. “I padiglioni sono strutture ormai fatiscenti con infiltrazioni d’acqua e molto umide -sottolinea il segretario generale-. Addirittura lo stesso muro perimetrale del carcere è lesionato in parecchi punti”. Condizioni strutturali che necessiterebbero di fondi economici per una ristrutturazione, gli stessi fondi che servirebbero anche ad aumentare il personale di Polizia: “A Lecce mancano almeno 300 unità per gestire efficientemente la struttura”, prosegue Mastrulli.
Eppure le soluzioni di immediata efficacia per sanare la situazione non mancherebbero per il segretario dell’Osapp: “Partendo dal presupposto che allestendo in ogni provincia una ‘cittadella della giustizia’ si avrebbero situazioni detentive molto più efficienti -afferma Mastrulli-, la prima cosa da fare per ovviare alle carenze di personale sarebbe quella di riassegnare le unità di Polizia penitenziaria che adesso, chissà per quale ragione, sono destinate a mansioni che non spettano loro, come scorte a magistrati e piantonamenti a uffici pubblici. Poi andrebbero fatte nuove assunzioni, almeno 3mila unità”. 
Domenico Mastrulli conclude con un ultimo dato allarmante, che dovrebbe far riflettere sulle reali condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli agenti di polizia penitenziaria: “Nell’ultimo anno tra le fila del nostro corpo di sono avuti ben 70 casi di suicidio. È una percentuale enorme, la più alta tra le Forze dell’ordine, e deve far riflettere sulle logoranti condizioni lavorative che siamo costretti a subire”. 
 
Giorgio De Matteis