Ferma protesta dell’Ordine dei medici: “Non si può introdurre in un bando pubblico un requisito che lede la libertà di religione e coscienza”
Cresce la polemica tra medici e Regione Puglia. Motivo della diatriba, che ha subito assunto negli ultimi giorni toni molto accesi, è la delibera 735, approvata lo scorso marzo, che prevede il potenziamento della rete consultoriale, inserendo in queste stesse strutture ginecologi e ostetriche non “obiettori di coscienza”: ciò dovrebbe significare l’esclusione dai prossimi bandi di concorso di tutti i medici contrari all’aborto. Negli scorsi giorni è stato presentato ricorso al Tar proprio dagli antiabortisti e i sindacati, unitamente all’Ordine dei medici, si sono ufficialmente opposti alla delibera, giudicandola discriminatoria nei confronti di chi si dissocia dalla legge 194 (che regola proprio l’interruzione volontaria di gravidanza) giudicata illegale e contraria al Codice deontologico medico. Non si tratta però di una chiusura totale da parte dell’Ordine regionale; l’opposizione al provvedimento rimane, ma non viene assolutamente esclusa una collaborazione con l’ente Regione per individuare delle diverse alternative che permettano la presenza nei consultori di entrambe le figure degli obiettori e non obiettori.
Non si è fatto attendere l’attacco del centrodestra. Stefano De Lillo, senatore del Pdl ha annunciato la presentazione di una interrogazione al ministro della Salute Ferruccio Fazio nella quale chiederà l’invio degli ispettori; secondo il parlamentare, la delibera rappresenta un atto grave perpetrato nei confronti di coloro che privilegiano determinati valori della vita e Vendola ha così annullato lo spirito con cui era stata investita la legge 194. Parole dure anche quelle di Francesco Schittulli, presidente della Lega Nazionale Tumori, che spiega come si sia venuto meno ai princìpi del cattolicesimo, in quanto non sarebbe stato aperto nessun tavolo di confronto e dialogo di cui hanno bisogno temi così vicini alle famiglie.
Immediata è stata anche la replica della Regione attraverso l’assessore alla Sanità regionale Tommaso Fiore: “Chi ci accusa di voler escludere gli obiettori da bandi evidentemente non ha letto bene le carte. Non avrebbe senso mantenere attivi i consultori se non possono nemmeno praticare l’interruzione di gravidanza. Noi sosteniamo semplicemente la necessità di avere delle figure non obiettrici, ma non escludiamo nessuno”. La Regione quindi non sembra intenzionata a fare passi indietro, né di conseguenza ascoltare la proposta di Euprepio Curto, consigliere regionale Udc, che chiede il ritiro della 735 e la trasformazione di tutte le sue implicazioni in oggetto di discussione in consiglio regionale o nella competente commissione.
Occorre comunque approfondire maggiormente tutta la vicenda tenendo anche in considerazione un aspetto importante: la Puglia presenta un elevato tasso di medici obiettori, in linea con quello nazionale, ma è anche vero che non tutti mantengono lo stesso atteggiamento sia in ospedale che nei Consultori, rilasciando le certificazioni in maniera non omogenea. È così difficile delineare un quadro reale della situazione; la polemica sicuramente non si spegnerà a breve e si teme che a rimetterci sia l’intera riforma consultoriale, con il rischio che il suo senso venga in qualche modo di compromesso e la sua tempistica stravolta.
Alessandro Chizzini