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Come funziona il fondo di garanzia per le imprese

 

Il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, istituito con legge dello Stato nel 1996 poi modificata ed integrata nel 1997 e nel 1999, favorisce l’accesso alle fonti finanziarie delle aziende mediante concessione di garanzia. Oltre alle piccole e medie imprese, possono beneficiarne i consorzi e le società consortili economicamente e finanziariamente sane, purché non iscritte nell’ambo delle imprese artigiane.
Sono ammissibili a garanzia le operazioni con finanziamenti a medio-lungo termine, i prestiti partecipativi (di durata superiore a 18 mesi e non superiore a 10 anni) e le partecipazioni di minoranza nel capitale di piccole e medie imprese acquisite a fronte di un piano di sviluppo produttivo dell’impresa (ma di durata non superiore a 10 anni). Nel novero delle attività ammissibili figurano anche i crediti a breve e le operazioni di consolidamento, fatta eccezione per quelle operazioni relative a soggetti beneficiari appartenenti ai settori della siderurgia, dell’industria carboniera, navale, delle fibre sintetiche, automobilistica e dei trasporti.
I finanziamenti ammessi all’intervento del fondo relativi ad imprese con un numero di dipendenti inferiore a 100; che hanno durata pari o superiore a tre anni; e che sono finalizzati alla copertura di investimenti materiali e immateriali o all’assunzione di nuovi dipendenti e relativi ad imprese attive da meno di 12 mesi, beneficiano inoltre della controgaranzia del Fondo Europeo per gli investimenti. Tale garanzia è concessa nell’ambito dell’iniziativa “Crescita e Occupazione” della Commissione Europea.

 

Daniele Greco

 

LA DENUNCIA
Secondo Confesercenti Lecce, negli ultimi due anni il 60% delle richieste di mutui fatte alle banche dalle imprese commerciali sono state respinte. Sempre secondo l’associazione, tale tendenza si è accentuata dall’ottobre 2008, in coincidenza con l’inizio della fase più acuta della crisi finanziaria Usa.

IL DANNO PER L’ECONOMIA
Ammonta a 14 milioni e 300mila euro la cifra complessiva dei prestiti non concessi. Al danno si aggiunge poi la beffa dei tempi che trascorrono per avere una risposta: in media, dai 3 ai 5 mesi. Le imprese sono costrette così a dilazionare i pagamenti prima di potersi rivolgere ad un altro istituto.

L’IMPOTENZA DELLE ISTITUZIONI
Lo Stato ha affidato ai prefetti il compito di vigilare sul flusso del credito alle imprese. Ma ovviamente nessuna istituzione pubblica può imporre ad una banca privata di allentare i cordoni della borsa.


IL RISCHIO

Confesercenti Lecce lancia anche l’allarme-usura: se gli istituti di credito negano un mutuo ad un commerciante, questi, per non chiudere, è costretto a rivolgersi altrove. Il che renderebbe necessario, a questo punto, interventi ben più energici da parte delle istituzioni.