Le analisi dell’Arpa confermano la contaminazione del sottosuolo dell’ex discarica chiusa nel 2007 ma mai bonificata. E lo scaricabarile continua…
È di nuovo allarme per l’ex discarica di Castellino. Dopo aver accertato la presenza di nichel oltre i limiti consentiti (si veda in proposito la nostra copertina del 31 ottobre 2015), stavolta si registra la presenza di arsenico nel sottosuolo neretino. A stabilirlo sono le analisi che Arpa Puglia ha condotto su due pozzi spia della ex discarica che in quindici anni (dal 1992 al 2007) ha accolto rifiuti da ogni angolo di Puglia e d’Italia. Preoccupano i risultati: 14 microgrammi/litro di arsenico (la soglia d’allarme è fissata a 10 microgrammi/litro). Il consigliere regionale Cristian Casili (M5S) si domanda se siano state adottate le prescrizioni necessarie da parte della Mediterranea Castelnuovo 2, società che ha gestito l’impianto. “È urgente capire -spiega l’agronomo- se eventuali accumuli di acque meteoriche si stanno infiltrando nel corpo della discarica stessa, formando quantità di percolato che poi finisce in falda, compromettendo la salute della stessa”.
Quello in località Castellino è un sito finora mai bonificato né messo in sicurezza, a causa di un contenzioso: nel 2007 infatti la discarica ha chiuso i battenti (in anticipo rispetto ai tempi previsti) a causa delle proteste dei cittadini per le emissioni odorigene e la ditta proprietaria ha deciso di non accollarsi i costi a causa del danno economico subito per l’anticipata chiusura dell’impianto. Le prime stime parlano di 5 milioni di euro necessari per la post-gestione. Perentorio il primo cittadino Marcello Risi: “Chiederemo alla Regione di anticipare le somme necessarie. L’Amministrazione comunale sta lavorando ad un dossier che sarà trasmesso alla Procura. Se i dati non rientrano in fretta nei limiti di legge ritengo necessaria un’approfondita indagine, anche in sede penale, per l’accertamento di ogni responsabilità”.
Una richiesta, quella che la Regione si accolli le spese per la post-gestione di Castellino, che gli amministratori neretini hanno ribadito lo scorso 16 febbraio in un incontro a Bari col Capo di gabinetto del governatore Emiliano. Stesso atteggiamento da parte della Provincia di Lecce, che chiede alla Regione di intervenire economicamente. Da viale Capruzzi però fanno sapere che la post-gestione di Castellino è a carico dei Comuni che in quelle cave hanno scaricato rifiuti per 15 anni e che finora non hanno versato interamente le quote per la bonifica.
Stefano Manca