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Casalabate: da “terra di nessuno” a “terra inesistente”

 
La marina leccese scompare dalle nuove citymap distribuite gratuitamente in città. Ed è subito polemica

Cancellare una località da una mappa non richiede certo l’intervento di arcane forze soprannaturali, ma semplicemente una buona dose di superficialità o forse di premeditata negligenza. Non è quindi il caso di scomodare i reparti speciali addetti alla soluzione di misteri (come quelli della serie televisiva “X-files” tanto per intenderci) per svelare la stranezza della scomparsa della marina di Casalabate dalle nuove citymap fresche di stampa in distribuzione a Lecce. Eppure l’episodio in questione mantiene alcuni tratti di oscurità che richiedono un chiarimento, anche perché, frutto di una svista o di un’intenzionale dimenticanza, la vicenda ha comunque suscitato lamentele e polemiche che si sono spinte fino all’insinuazione di un’ipotesi di complotto.
Il problema non ha bisogno di lunghi antefatti: in alcune citymap sulla città di Lecce, appena pubblicate e in distribuzione presso gli Infopoint della città, la cartina relativa al Salento mostra Torre Chianca come punto di partenza della costa adriatica, ignorando la subito precedente Casalabate, così come anche Torre Rinalda. Eliminare il posizionamento di una località su una mappa è importante quando si tratta di celare l’accesso a zone segrete, ma è deleterio, invece, quando si tratta di una marina che vive di turismo. E poiché Casalabate non è certo l’ “Area 51”, ecco che la sua assenza sulla cartina è stata accolta dai residenti come un affronto.
C’è da aggiungere che quel tratto di zona costiera soffre da anni di una serie infinta di problematiche che ne fanno la pecora nera della penisola salentina. Le sue condizioni di degrado sono ataviche, così come infinite sono le accuse contro le istituzioni, colpevoli di aver disertato le proprie responsabilità e aver abbandonato a sé stessa la zona.
I residenti hanno così interpretato quest’ultimo episodio come ulteriore pioggia sul bagnato, tanto che uno di loro, Cesare De Calvo, ha affidato la sua protesta a una lettera aperta sui mezzi d’informazione: “Cancellata, come se non esistesse. Casalabate ha cambiato status: da ‘terra di nessuno’ a ‘terra inesistente’. Questo è fuorviante per il turista che magari potrebbe aver voglia di visitarla se solo sapesse la sua ubicazione”. Il punto più duro della lettera contiene un’ipotesi sulla volontarietà dell’errore: “Che ci si sia vergognati di inserire Casalabate e Torre Rinalda considerando le condizioni in cui versano e a cui nessuno vuole porre rimedio? Un chiarimento dall’assessorato al Turismo sarebbe doveroso”.
Proprio per giungere a un chiarimento sulla vicenda, però, bisogna subito specificare che in questo caso l’Assessorato non ha alcuna responsabilità. Le citymap, infatti, sono state prodotte da una società privata, la Oasi Med, e solo in seguito patrocinate dall’Assessorato al Turismo.
Risolvere il mistero della scomparsa di Casalabate ha dunque necessitato dell’intervento del direttore responsabile di Oasi Med, Stefano Ramires: “La cartina presente sulle citymap da noi prodotte è stata acquisita così com’è da internet. È una versione standard, che tiene conto solo delle località giudicate come principali. Oltre a Casalabate e Torre Rinalda, non vengono visualizzati altri luoghi noti, come ad esempio Porto Selvaggio, che in quanto a importanza turistica non ha nulla da invidiare a Torre dell’orso, a Porto Cesario o alla stessa Casalabate. Comunque, poiché le mappe appena pubblicate costituiscono solo una prima tranche, provvederemo a rimediare per le prossime, inserendo le località non presenti”. 
 

Giorgio De Matteis