Cerca

“Carburanti da oli vegetali? Solo con macchine vecchie e occorre usare additivi”

L’OPINIONE DEL MECCANICO

M.P., meccanico salentino, è scettico sull’efficacia degli oli vegetali al posto del diesel tradizionale: “Quello che si risparmia rispetto al gasolio lo si spende in manutenzione”
 
Una pratica -ricordiamolo- che resta comunque illegale: l’evasione delle accise è severamente punita dalla legge italiana. Ma per M.P., che da oltre due decenni “cura” automobili in provincia di Lecce, utilizzare oli vegetali al posto del sempre più costoso gasolio, oltre che illegale è anche inefficace. Gli chiediamo cosa succederebbe ad una vecchia utilitaria se ci mettessimo dentro dell’olio di semi. “La sua utilitaria funzionerebbe -esordisce- a patto però di aggiungervi del gasolio. Altrimenti non andrebbe lontano”. 
Lo scetticismo di M.P. prosegue anche quando ci spiega gli aspetti tecnici della questione: “L’olio forma delle incrostazioni. Creerebbe dei danni, anche ingenti, non tanto agli iniettori quanto al motore. Senza contare le difficoltà al primo impatto, tipo partenze complicate e ‘scoppiettanti’, ecc.”. 
Quello che però esclude a priori è l’utilizzo di questi sistemi sulle automobili di nuova o comunque recente costruzione. Infatti aggiunge: “Ovviamente le partenze a fatica si verificano solo con le vecchie utilitarie. Con le vetture nuove -come i diesel common rail a iniezione- invece nemmeno quelle! Le automobili moderne con questi stratagemmi è impossibile che si muovano. Prendiamo una vecchia Punto: mescolandolo 50% olio e 50% gasolio si potrebbero ottenere dei risultati. Non molto a lungo, ma potremmo ottenerli…”. 
Dunque, ancora scetticismo e obiezioni, che M.P. spiega nei dettagli: “Tenete presente che già con il gasolio a volte si creano dei problemi, figuriamoci con l’olio! Il problema più grosso, come le dicevo, è l’incrostazione di filtri e valvole. Diviene necessario aggiungere degli additivi”. Proviamo a chiedergli se almeno sul piano economico si risparmierebbe qualcosa. Ma anche qui è abbastanza netto: “Il risparmio, a mio avviso, è minimo. Direi addirittura nullo. Ciò che forse si risparmierebbe col carburante verrebbe speso in manutenzione. Pulizie accurate del motore e dei suoi componenti, additivi da aggiungere di volta in volta, cilindri del motore infiammati e dunque da rivedere. Non parliamo poi degli autoarticolati. In questi casi ci sono costi di manutenzione che possono superare i 1.500 euro”. 
Ci viene quindi un dubbio: come mai una pratica che purtroppo è adottata sempre più spesso, non porta in realtà nessun vantaggio? Anche su questo M.P. si è fatto un’idea abbastanza chiara: “Guardi, forse solo in un campo si ottengono dei risultati, ed è quello dell’agricoltura. Attraverso queste tecniche applicate ai mezzi di trasporto agricoli si risparmia qualcosa, e comunque è molto meglio il carburante agricolo di queste miscele di oli vegetali. Ma all’automobilista a mio avviso non conviene di certo”. Il bilancio impietoso tracciato da M.P. si conclude con un’altra simpatica controindicazione: “Tra l’altro si circolerebbe in una vettura che puzza di olio fritto… faccia lei! Anche se, pensandoci, forse una cosa la si risparmia”. Quale?, gli chiediamo. “Il tempo. Con la benzina ‘fai da te’ si evita di fare la fila al distributore”.
 
Stefano Manca