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Carburante fai-da-te

Vi è mai capitato di sentire per strada odore di olio fritto, ma nelle vicinanze non c’era traccia di ristoranti o bar? Be’, probabilmente era da poco passata una macchina diesel alimentata con una miscela di gasolio e oli vegetali. Questa pratica -illegale, è bene precisarlo- si sta diffondendo a macchia d’olio a causa del caro-carburanti, ma i meccanici avvertono: “A lungo andare può danneggiare seriamente il motore”
 
All’inizio nessuno sembrava farci caso. Poi la cosa ha destato sempre maggiore curiosità tra gli abitanti di Tricase. Il borgo antico di questa cittadina del sud Salento, infatti, in alcuni giorni è attraversato da uno strano odore di olio fritto che invade le vie. D’istinto verrebbe da pensare alle leccornie preparate dalle casalinghe salentine all’ora di pranzo. O magari Tricase, all’insaputa di tutti, ospita un McDonald’s, il fast food che sta all’olio fritto come l’incenso sta alla chiesa. Entrambe le ipotesi sono state presto scartate, visto che Mc Donald’s non ha mai aperto i battenti a Tricase e l’aroma di olio fritto non si avverte solo all’ora di pranzo ma un po’ in tutto l’arco della giornata. La stranezza, segnalata da diversi lettori, ha presto trovato una spiegazione. Pare infatti che qualcuno abbia l’abitudine di utilizzare oli vegetali come carburante per la propria vettura. L’uso di questi carburanti fai-da-te fa sì che per le strade percorse da questi mezzi rimanga un forte aroma di olio fritto. 
Tricase non è ovviamente l’unico centro salentino interessato dal fenomeno. Quella del carburante “alternativo” (“biologico”, direbbe qualcuno) è una pratica diffusa, alimentata soprattutto dalla crisi economica e dall’aumento vertiginoso del prezzo dei carburanti, che nel 2012 hanno sfiorato i 2 euro al litro. 
Si tratta di un’abitudine illegale: l’Agenzia delle Dogane infatti precisa che l’evasione delle accise derivante dall’utilizzo di carburanti non ufficiali è sanzionata con multe che possono superare i 7mila euro. Qualche anno fa il periodico Quattroruote ha realizzato dei test scientifici su questo tema, in particolare su uno dei metodi più diffusi per non incorrere nelle accise sulla benzina: l’utilizzo dell’olio di colza nelle macchine diesel. Nette le conclusioni: l’olio di colza funziona (solo in alcuni casi e miscelato con il gasolio), è illegale e non è un carburante. 
Tuttavia, pur tra opinioni diverse, tutti concordano che le automobili perdono in performance ottenendo un risparmio economico dall’evasione delle accise. Il settore che gioverebbe dalla regolamentazione di questi sistemi sarebbe l’agricoltura, ma occorrono nuove regole in tal senso e la patata bollente, a questo punto, passa alla politica. 
 
Stefano Manca