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Canile comunale, la denuncia dei volontari

La donna che da anni gestisce la struttura definisce la situazione “insostenibile” e chiede aiuto alle istituzioni 
 
Che fine faranno i quasi duecento cani del canile comunale di Gallipoli? Nei giorni scorsi alcuni volontari che da anni si occupano della cura dei cani e lotta al randagismo nel Salento hanno raccolto lo sfogo della gestrice della canile di Gallipoli, situato sulla via che conduce a Lecce. La donna -fanno sapere i volontari- non riesce più a portare avanti una situazione divenuta di fatto insostenibile: le difficoltà, le frustrazioni, lo stress, la mortificazione e il senso di impotenza hanno dopo anni portato al crollo della responsabile. La quale nei giorni scorsi è andata ha avuto un attacco di crisi di nervi ed è corsa in Municipio per dichiarare che non ne voleva più sapere niente.
Raffaela Vergine, coordinatrice dell’associazione animalista Zampalibera, spiega che “il problema nasce e si rafforza negli anni, e le cause sono diverse. Vi è ancora nella popolazione pugliese e salentina una concezione sbagliata della relazione uomo-animale. Per quanto riguarda i canili -prosegue-, gestirli è un lavoro a tutti gli effetti, che richiede non solo capacità gestionali ma anche di relazionarsi con esseri viventi di cui si assorbono energie, emozioni, sofferenze. Inoltre non è mai stata sfruttata la possibilità di chiedere dei fondi, grazie alla legge n. 281, sia in Regione che al Governo. Si tratta di somme che permetterebbero di ristrutturare le aree adibite a canile. Non si può pensare infatti ad un canile come ad un’area poco qualificata e da tenere lontana dal contesto urbanistico. Mi dispiace per lo stato di disagio che sta vivendo la signora , ma questa deve essere la goccia che farà traboccare il vaso. Dobbiamo dire no a questo sistema”. 
Nel frattempo, l’appello per la salvezza dei circa duecento cani e della donna che li accudisce, è stato lanciato.  
 
(S.M.)