Cerca

A “Veglie in jazz” ospite d’onore “The Dreamer” Marco Bardoscia

Il 7 luglio il musicista presenterà il suo ultimo lavoro discografico distribuito dalla Emi 
 
Il 7 luglio alle 21 il convento dei Francescani di Veglie ospita Marco Bardoscia per “Veglie in Jazz”. Il contrabbassista salentino presenterà il suo ultimo discografico The Dreamer, uscito nel 2011 per “My Favorite Records” e distribuito da Emi. Sul palco il suo quartetto composto da Fabio Accardi alla batteria, William Greco al pianoforte e Raffaele Casarano ai sassofoni. Per l’occasione il quartetto ospiterà anche una performance vj di Hermes Mangialardo che proietterà animazioni realizzate appositamente per la presentazione live di The Dreamer
Marco Bardoscia vanta numerose e importanti collaborazioni nel panorama jazzistico europeo: Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Ernst Reijseger, Perico Sambeat, Raffaele Casarano, Luca Aquino, Banda Municipal de Santiago de Cuba sono solo alcuni dei nomi con cui il contrabbassista ha collaborato. Con questo nuovo lavoro torna in studio dopo tre anni nei quali non ha comunque fermato la sua produttività di musicista: oltre a incisioni e tour in progetti di altri musicisti, ha prestato alcune sue composizioni ad altri interpreti e ha vissuto per oltre un anno a Bruxelles dove, oltre a suonare e a sviluppare la sua personale ricerca musicale, ha lavorato come assistente presso la cattedra di Jazz del Conservatoire Royale de Bruxelles. 
Dopo Opening, disco d’esordio pubblicato dalla rivista Jazzit nel luglio 2007, nasce questo lavoro frutto di riflessione e attesa. Il disco contiene quasi esclusivamente composizioni originali, con l’esclusione di un arrangiamento-stravolgimento del famoso standard Stella by starlight e un’improvvisazione collettiva condita con effetti elettronici, e come il primo album offre un ventaglio di organici differenziato e adattato alle necessità compositive. Il risultato è un lavoro più intimista e con uno sguardo rivolto verso nord e meno jazzistico dal punto di vista afroamericano del termine rispetto all’opera prima, pur non rinnegandone la matrice compositivo-improvvisativa, un “concept album” costruito intorno alla dimensione del sogno in tutte le sue forme. 
 
(A.Leu.)