I primi dati fanno prospettare una stagione ricca, ma tiene banco la querelle sull’imposta di soggiorno con il presidente di Assoturismo, Massimo Rota, che replica al sindaco di Otranto
L’avvio della stagione turistica nel Salento parla di numeri da record. Sembra ormai chiaro che la penisola salentina stia fungendo da “locomotiva del turismo” pugliese, con prenotazioni in costante aumento e con previsioni che viaggerebbero attorno al +11% rispetto allo scorso anno, con un’incidenza sul dato dell’intera Regione del +4% totale rispetto al medesimo periodo nel 2010, che era stato, a sua volta, un periodo da record. Ottimo il risultato di giugno, lieve flessione a luglio in alcune località, ma con responsi significativi se paragonati ad altre regioni italiane: la crisi c’è, ma da queste parti c’è uno sviluppo costante, tant’è che se si dovessero solo confermare i numeri dello scorso anno, per gli operatori risulterebbe un successo. Dal settore si predica parsimonia prima di cantar vittoria, in quanto le varianti sul campo possono essere diverse.
Quella che sta generando maggiore malcontento a livello mediatico è l’introduzione della tassa di soggiorno in un centro come Otranto: ma se il sindaco, Luciano Cariddi, ritiene l’imposta assimilata positivamente da operatori e turisti, non è dello stesso avviso Massimo Rota, presidente regionale di Assoturismo Confesercenti, che definisce senza mezzi termini la tassa “un balzello sul turismo solo per fare cassa”.
In merito alla tassa si esprimerà il Tar di Lecce il prossimo 7 settembre, dopo il ricorso presentato proprio da Assoturismo e Confindustria; per Rota, non sarebbe attendibile pensare che la maggior parte dei turisti stiano accettando l’imposta a fronte di una Otranto Card “che offre l’unico vantaggio di qualche convezione e sconto ancora una volta a carico delle poche imprese che vi hanno aderito”: “Cariddi crede veramente -domanda Rota- che gli operatori stiano riscontrando positivamente l’avvio di questa nuova esperienza (un’imposta che diviene esperienza?) che consiste praticamente in una serie di incombenze di carattere amministrativo e procedurale introdotte a stagione inoltrata?”.
Secondo Rota, sarebbe ormai evidente che la tassa sia nata per evitare un incremento del 50% della Tarsu a danno dei suoi cittadini: “Ecco quindi -sottolinea Rota- la vera motivazione dell’introduzione di questo balzello: non riuscendo a far quadrare i conti, per fare cassa si sceglie di vessare turisti e imprese, rischiando di infliggere un duro colpo alle prospettive di tenuta del settore”. Duro il giudizio anche su Federalberghi Lecce, la cui posizione è in controtendenza con le indicazioni a livello regionale e nazionale, e contro il presidente Raffaele De Santis, il cui genero siede nella giunta Cariddi: “Questa sì che è coerenza -commenta Rota, sarcastico-, così si strumentalizza una associazione agli interessi della politica”.
Quindi chiarisce come l’unico intento di Assoturismo sia fare gli interessi degli operatori e della comunità per assicurare al territorio un corretto sviluppo; e in attesa che la magistratura amministrativa si esprima sulla legittimità del balzello, Rota consiglia a Cariddi maggiore cautela e rispetto degli operatori turistici e delle loro associazioni di categoria, che “quotidianamente lavorano per elevare gli standard dell’industria dell’accoglienza a Otranto, esponendosi in prima persona nell’interesse della comunità”. Per Rota, non c’è dubbio: l’imposta di soggiorno così come è stata applicata è solo “un cappio al collo al turismo”.
Mauro Bortone