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Bilancio positivo per l’Emporio della Solidarietà

Oltre mille le famiglie in difficoltà che nel 2016 hanno usufruito delle risorse messe a disposizione dalla struttura della Comunità Emmanuel 

 

È un bilancio annuale decisamente positivo quello dell’Emporio della Solidarietà presentato lunedì 29 maggio presso la Comunità Le Sorgenti. Lo è certamente nei numeri con 1.046 famiglie aiutate solo nel 2016, oltre 322mila euro spesi dal progetto pensato dalla Comunità Emmanuel per garantire l’accesso ai beni di prima necessità a 3.305 persone, con oltre 1,5 milioni di euro investiti tra il 2012 e il 2015 per questo progetto di aiuto alla persona. Il dato più rilevante dell’esperienza dell’Emporio è il recupero delle eccedenze alimentari, che, grazie alle celle finanziate dalla fondazione Prosolidar, ha raggiunto il 27,91%. Le donazioni sono passate poi dal 3,72% del 2015 all’8,72% dello scorso anno. 

Numeri importanti che evidenziano l’impegno straordinario profuso, ma anche quanto ampio sia il problema, come conferma Daniele Ferrocino, presidente della Comunità Emmanuel: “Le povertà purtroppo crescono continuamente nel nostro territorio. Si è sopravvissuti quest’anno, in particolare, grazie all’aiuto di alcuni donatori non del territorio, come la Fondazione Prosolidar o il Fondo di beneficienza di Intesa Sanpaolo, che hanno creduto fortemente nel progetto”. 

Non tutte rose e fiori quindi. Tra le criticità principali da superare, oltre al deficit di donazioni, il difficile coordinamento tra le esperienze a livello locale, cercando di evitare le duplicazioni, e, soprattutto, acquisire la capacità di passare dalla cultura dell’io a quella del noi. In tal direzione va letto il tentativo di coinvolgere anche i giovani, come si sta facendo con gli studenti universitari fuori sede, tramite un protocollo con Adisu. 

Maggiore coinvolgimento e impegno auspicati anche dal prefetto Claudio Palomba, il quale ha dichiarato che, “pur tra le difficoltà esistenti, occorre fare un lavoro comune per consentire alle persone che ogni giorno offrono la propria attività in favore di chi è più debole di continuare a operare”. 

 

Pasquale De Santis