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Arriva il balzello per i turisti

Come preannunciato qualche mese fa, Palazzo Carafa ha dato il via all’introduzione della tassa di soggiorno per i turisti a partire dall’inizio  del mese di ottobre, tra lo scontento degli operatori 
 
Il nuovo balzello è entrato in vigore lo scorso 1° ottobre con diversi scaglioni: si andrà da un minimo di 50 centesimi ad un massimo di 3 euro. Due le tariffe da applicare: i turisti ospiti di B&B e di alberghi a due e tre stelle pagheranno 2 euro al giorno in alta stagione, da maggio  a settembre, 1 euro in bassa stagione; la tassa, invece, salirà a 3 euro per i visitatori che sceglieranno di essere ospitati in alberghi a quattro e cinque stelle, sempre in alta stagione, 1,50 centesimi in bassa stagione. Saranno esenti da pagamento i cittadini con residenza a Lecce, i ragazzini al di sotto dei 12 anni, i portatori di handicap, gli autisti dei pullman e gli studenti fuori sede dell’Università del Salento. 
Si stima che, da oggi fino al 31 dicembre 2012, l’introduzione della tassa possa portare nelle casse municipali ben 850mila euro. La tassa è già presente a Otranto e in altre località salentine, ma la sua introduzione non ha trovato il consenso unanime degli operatori e degli addetti del settore. Per ora sono gli albergatori ad aver sostenuto i costi dell’operazione, relativi soprattutto all’aggiornamento dei software (una spesa che varia  tra i 400 e i 1500 euro). Ma il problema più grosso è che molte prenotazioni erano state già effettuate mesi fa, quando la tassa di soggiorno non era stata ancora inserita all’interno delle tariffe. Molti di quei clienti, avvisati negli ultimi sette giorni, hanno rifiutato di sobbarcarsi un ulteriore costo. Ciò vuol dire che alberghi  e tour operator dovranno attingere dal bilancio delle proprie società. 
Una nota dell’associazione “Ospitalità Diffusa di Puglia” spiega come la scelta del Comune di Lecce non sia stata opportuna in questo momento: “La vicenda della Tassa di Soggiorno del Comune di Lecce (ennesima Amministrazione comunale, alla quale se ne aggiungeranno altre) è solo la conferma di una condizione di ‘povertà politica’ da parte degli amministratori locali, le cui scelte incidono profondamente sulla qualità dell’offerta turistica. Ad esempio, se un Comune non attua politiche idonee di mobilità (parcheggi di scambio, aree pedonali, parcheggi di sosta a costi contenuti, liberalizzazione dei taxi e dei servizi di NCC), ovvero non amplia la durata minima dei periodi di apertura dei servizi stagionali e non sviluppa attività promozionali in coerenza con gli obiettivi di destagionalizzazione (basta con sagre e fiere concentrate nella settimana di ferragosto), non si riuscirà ad invertire la tendenza”. Un ragionamento che riguarda Lecce in maniera molto precisa perché attraverso l’introduzione della tassa di soggiorno si determineranno condizioni insostenibili di incremento dei costi di soggiorno anche del 10%.