Cerca

Caduto nella rete

La brutta avventura vissuta da un 28enne di Gallipoli, protagonista di un video hard diffuso in rete da una ragazza conosciuta in chat, ha riportato l’attenzione sui rischi connessi ad una pratica -il sexting– sempre più diffusa anche nel nostro Salento, soprattutto tra i giovanissimi. E ora sono in tanti, che hanno condiviso foto o video sessualmente espliciti attraverso telefoni cellulari o computer, ad avere paura 
 
Internet è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. Lo sa bene un 28enne gallipolino, che si sarebbe collegato al sito “Bazoocam Francais”, nell’intento di cercare un’amicizia femminile e si sarebbe ritrovato ricattato, almeno stando alla sua versione. L’uomo, infatti, sarebbe stato contattato dalla sedicente “Stephanie Laurent” che, spogliandosi, l’avrebbe spinto a masturbarsi in webcam: il filmato sarebbe stato registrato da quest’anonima che l’avrebbe poi minacciato, in cambio di denaro, di diffondere le immagini su YouTube. 
Inizialmente, la storia sembrava finita lì. Lui l’ha cancellata da Msn Messenger, ma dopo qualche giorno, lei si sarebbe rifatta viva su Facebook, con il nickname di “Angie Marie”, minacciando nuovamente l’uomo di diffondere il video tra tutti i suoi contatti. Il gallipolino ha dovuto quindi rivolgersi alla Procura, depositando infine una querela al registro generale del Tribunale di Lecce. 
Un magistrato ristabilirà quindi lo status quo, individuando le responsabilità, ma restano numerosi interrogativi aperti. Sono quelli delle tantissime persone che hanno fatto sexting (ossia scambio di foto o video sessualmente espliciti attraverso telefoni cellulari o computer) nella propria vita e ora hanno paura. Infatti quando si parla di internet, non si sa mai quali siano le intenzioni di chi c’è dall’altra parte dello schermo, per cui nel ruolo del ragazzo gallipolino potrebbe ritrovarsi chiunque abbia ceduto alla tentazione di provare quest’esperienza nuova, ma sicuramente molto pericolosa. Perché è in generale lesiva della dignità di chi la pratica, soprattutto se ciò avviene con sconosciuti, e quindi rischiosa perché, in effetti, uno sconosciuto potrebbe divertirsi a diffonderla, a scopo di lucro (nel caso dell’estorsione sopra citata) o per vendetta, come ad esempio da parte di un ex respinto. 
Naturalmente tutto questo genera ulteriore solitudine, che si aggiunge all’alienazione che ci spinge quotidianamente a cercare qualcosa dietro lo schermo di un computer. L’amicizia, l’amore, il sesso non si possono trovare a scatola chiusa, non è solo una questione di pericolo, ma evidenzia anche una drammatica paura di perdersi, di essere delusi. E si finisce per incorrere in un rischio più grosso, quello di essere esposti al pubblico ludibrio.