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Anche gli agricoltori contro la Colacem

Si allarga la protesta contro la richiesta di coincenerimento di combustibile da rifiuti da parte dell’azienda con sede a Galatina. Adesso è la volta degli imprenditori agricoli e caseari
 
Il fronte del “no” al coincenerimento di Cdr nello stabilimento Colacem, si allarga. Perché? Scendono in campo 50 aziende del settore agricolo e caseario, con un lungo documento indirizzato alla Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Galatina. Il messaggio è chiaro: difendere il settore agricolo e zootecnico chiedendo che non venga autorizzata alcuna forma di incenerimento sul territorio. Le 50 aziende sono fermamente convinte che l’incenerimento rischierebbe di vanificare tutti i loro sforzi per ottenere prodotti Doc e Dop, controllati e certificati: fonte di ricchezza sana e sostenibile, ma anche biglietto da visita per la nostra terra. “Un eventuale co-incenerimento di Cdr -fanno sapere le aziende- da parte di Colacem, avrebbe conseguenze devastanti non solo sulla salute dei cittadini, ma anche sull’immagine e sulle attività del settore agricolo. Il settore, già in difficoltà, ha estremo bisogno che i suoi prodotti si sviluppino in un ecosistema sicuro e salubre: il danno che le emissioni di nanopolveri e metalli pesanti provocherebbero sui prodotti alimentari sarebbero incalcolabili per aziende che hanno fatto della qualità e genuinità la loro carta di identità”. 
Intanto è guerra a colpi di manifesti. Dapprima si è mosso il comitato “Cambiamo Aria” tappezzando la città con un manifesto che attaccava frontalmente i consiglieri provinciali Adriana Poli Bortone, Mario Pendinelli, Vittorio Potì e il sindaco, Giancarlo Coluccia, il vicesindaco, Lilli Villani, il consigliere comunale Psi, Peppino Spoti. Al centro sempre la famosa delibera, votata all’unanimità dal Consiglio provinciale, che apre alla possibilità di Colacem di coincenerire Cdr. Ora arriva la risposta e i consiglieri provinciali accusano il comitato “Cambiamo Aria” di muovere critiche alla cieca ignorando gli atti. Di tenore ancora più severo il manifesto affisso in città a firma del sindaco Coluccia, del vicesindaco Villani, del consigliere Spoti che rimarcano come la delibera del Consiglio provinciale sia in linea con il buon senso che ha guidato sin da subito l’Amministrazione comunale. 
 
Maddalena Mongiò