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Ambiente, paesaggio e natura: tra vizi e virtù

Nardò è una città sui generis o forse sarebbe meglio dire contraddittoria. La questione ambientale, per molti versi, rappresenta la cartina di tornasole di questo status peculiare. Cerchiamo di essere più chiari.
 
Innanzitutto cosa intendiamo con “questione ambientale”? Il concetto è ampio e spazia dalla tutela del paesaggio alla raccolta dei rifiuti (possibilmente differenziata), dal finanziamento di iniziative di difesa e sviluppo degli ecosistemi al miglioramento della qualità della vita in città. In questo contesto, da diversi anni, il comune di Nardò oppone esempi di buona amministrazione ambientale (si prenda come casistica i primati conseguiti col Parco di Porto Selvaggio, l’assegnazione delle 5 vele, il recupero di alcuni tratti della costa) a diffusi disservizi e situazioni di degrado (dalle vecchie lotte attorno alla discarica di Castellino alle recenti polemiche sulla raccolta dei rifiuti).
Tale carattere contraddittorio, oggi più che mai, risulta esasperato, contrapponendosi nella stessa città atteggiamenti e prassi sempre più agli antipodi. Tanto per fare un esempio, nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha indetto un bando per l’individuazione di tecnici qualificati, destinati alla costituzione di una Commissione per il Paesaggio. Questo organismo di durata triennale, i cui componenti potranno essere rinnovati solo una volta, avrà come fine principale quello di formulare un parere nel procedimento di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche, ponendosi così come fondamentale ed imprescindibile strumento di controllo e di filtro. Contemporaneamente, fuori dall’ambito strettamente amministrativo, è stato siglato un protocollo di intesa tra Ecolu’shop e l’Associazione Culturambiente per l’estensione della Raccolta Solidale dell’alluminio anche al territorio di Nardò. L’obiettivo dell’accordo è quello di sensibilizzare i cittadini e gli esercizi commerciali verso un corretto ricorso alle pratiche della raccolta differenziata, riducendo l’utilizzo degli imballaggi e favorendone il recupero per altre destinazioni. Per i promotori di questa iniziativa il fine è quello di creare e divulgare una vera  e propria cultura del riciclo.
Nel complesso, dunque, si tratta di due iniziative virtuose, che denotano una grande attenzione per l’ambiente. Tuttavia, basta fare una passeggiata tra le strade della periferia o nelle campagne limitrofe, per trovarsi di fronte a situazioni di degrado assoluto: piccole discariche a cielo aperto, stracolme di copertoni, sanitari, elettrodomestici, oggetti di plastica etc. etc.; isole ecologiche inesistenti ed, in alcuni casi, devastate dai vandali.
Ad un osservatore esterno, dunque, Nardò si presenta come una sorta di Giano Bifronte. Da un lato il volto armonioso e pulito di gran parte della sua costa e del Parco di Porto Selvaggio, dall’altro l’inquinamento delle periferie, le difficoltà ad istaurare un efficace sistema di raccolta differenziata, etc. etc. Sta agli amministratori ed agli stessi cittadini favorire lo sviluppo, la diffusione e la condivisione di una nuova cultura ecologista, capace di potenziare i non pochi aspetti virtuosi già presenti, limitando ed eliminando i punti di debolezza, altrettanto diffusi. 
 
Alessio Palumbo