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Udc, il tempo di Mele

Il caso Brindisi scuote la politica regionale pugliese. La candidatura di Cosimo Mele con Io Sud rischia di aumentare il fenomeno del cosiddetto voto disgiunto, a sfavore di Adriana Poli Bortone
 
Per molti sarà stato l’ennesimo sgarbo politico da cui una fuoriclasse della politica come Adriana Poli Bortone non avrà difficoltà a difendersi, per altri uno sgambetto pericoloso per la tenuta di un accordo ambizioso tra Udc e Io Sud. In ogni caso i  contraccolpi delle scelte brindisine nel terzo polo si sentono in tutta la Puglia e dopo il gelo calato sul voto disgiunto in terra messapica che vede l’Udc allontanarsi da Io Sud, la candidata presidente Poli Bortone ha disertato anche l’incontro organizzato da Euprepio Curto che avrebbe dovuto dimostrare alla piazza la saldezza del terzo forno. Tutto si è consumato nel giro di una settimana ma c’è chi giura che il malcontento covasse da tempo sotto la cenere e che indisturbato si sia trasformato nel fuoco della discordia. Ecco allora che l’Udc messapico viene allo scoperto: il voto disgiunto nel suo caso premierà la lista del partito e quella del candidato presidente Nichi Vendola, invece dell’alleata e candidata presidente Adriana Poli Bortone.
Ad aprire il caso, entrando a gamba tesa nel dibattito sono stati i giovani brindisini vicini al presidente della Provincia ma, invece di bacchettarli, subito dopo anche Massimo Ferrarese in persona che ha deciso di seguire i suoi ragazzi sulla strada del centro sinistra, rafforzando il ponte Udc-Pd alla base del suo governo, in cui però è presente anche Io Sud. Sulla fedeltà di Ferrarese, che pure non ha mai fatto la tessera dell’Udc, il coordinatore regionale dello scudocrociato, Angelo Sansa dice di non avere dubbi ma deve prendere atto della scelta, anche perché a farla c’è anche un altro candidato del suo partito, Ecclesia, che dai manifesti ha fatto cancellare il nome della Poli. Una scelta che in una manciata di ore diventa quella ufficiale del partito. La senatrice non si scompone: “Sono una sostenitrice del voto disgiunto, quindi non posso condannare chi lo ha scelto”, ma dopo la dichiarazione ufficiale dell’Udc brindisino e la replica del segretario nazionale Lorenzo Cesa che si dice in disaccordo con la decisione del partito a livello territoriale, il sospetto che si faccia il gioco delle parti avrebbe potuto sfiorare i più maliziosi. Lei invece taglia corto: “Non ho alcun dubbio sulla lealtà del partito di Pierferdinando Casini e per questo non intendo polemizzare con chi rende note posizioni differenti dalle scelte del proprio partito. Posizioni che la Poli giudica come limitate a situazioni locali quando non personali”. 
I mal di pancia brindisini però partirebbero proprio dalla sua scelta di candidare Cosimo Mele (nella foto), l’ex onorevole Udc coinvolto nello scandalo a luci rosse dell’hotel romano Flora. Rotto il sodalizio con Casini, Mele ha trovato riparo sotto il tetto della Poli e per questo l’Udc avrebbe storto il naso, almeno ufficialmente, visto che non manca la lettura tutta politica della scelta brindisina, il cosiddetto accordo del secondo tempo tra Pd e Udc che, in caso di vittoria di Nichi Vendola, vedrebbe già da parte alcuni posti al sole per i mancati alleati. Di fronte all’incrocio di preferenze che si profila, si incunea il centrodestra: basta coi pasticci -è il messaggio di Raffaele Fitto- e puntiamo al voto utile. Dal centro sinistra il segretario regionale del Pd, Sergio Blasi non sembra disposto a scendere nel dettaglio: “Ora si pensi al primo tempo, quello della campagna elettorale che cercheremo di vincere per continuare il nostro lavoro alla Regione e far dimenticare alla Puglia il comportamento di questo governo, legato ai razzisti della Lega e che cerca sistematicamente di danneggiare il Sud”. 
 
Alessandra Lupo